Una volta tanto mi tocca fare tanto di cappello al Corriere della Sera che, lasciati per un momento i panni del giornalismo subdolo e subliminale che lo contraddistinguono, pubblica
una perla di Pierluigi Battista che mette il dito nella piaga più purulenta e profonda del giornalismo italiano: l'ipocrisia.
Il ditino alzato a senso unico alternato, l'indignazione centellinata a seconda delle convenienze, la morale telecomandata dalle esigenze elettorali padronali o di bottega: tutte caratteristiche di una società malata nel profondo, composta da individui che partono dal presupposto che il prossimo è fondamentalmente un cretino da abbindolare, e non un proprio pari cui relazionarsi.
Inevitabilmente, a finire nel mirino di una critica di questo tipo non possono essere che quei soggetti che si espongono quotidianamente con gli atteggiamenti sopra descritti. E campione nazionale assoluto in questo sport è il quotidiano La Repubblica.
La storia è quella del colonnello Gheddafi e delle centinaia di ragazze (hostess? escort?) selezionate per la sua serata romana in base alle misure e all'aspetto. E' da giugno scorso che gli attributi degli italiani vengono stracciati minuziosamente con cadenza giornaliera circa il mercimonio della figura femminile che viene perpretato dai potenti maschi, con chiassoso contorno di gossip e cretinate assortiti. E la storia raccontata da alcune delle partecipanti non pare stavolta differente dalle altre. Ad esempio dalle perniciose attenzioni dedicate dai media alle hostess del G8 a L'Aquila, sorvolando sulle serate a Palazzo Grazioli.
Eppure, silenzio di tomba. Tutto bene. Tutto nella norma. Nonostante Gheddafi non sia esattamente un idolo della stampa nostrana. Nonostante si tratti di centinaia di giovani donne usate per una notte e poi ributtate in strada. Nonostante i 50 Euro di compenso pro capite gridino vendetta di fronte a qualsiasi "tribunale" morale, da qualsiasi parte li si guardi. Nonostante tutto.
Eh, ma c'è una ragione. L'avete già indovinata, proprio quella. Non c'entra Berlusconi.
Ipocrisia. Pochezza morale, mentale, civile e deontologica.
Si dirà: ma mica esistono solo il Corriere e Repubblica: nessun media si è "indignato". Vero. Ma siamo alle solite: chi si erge a Moralizzatore Totale deve poi stare attento a farlo sempre, altrimenti quel ditino alzato da strumento offensivo diventa un ridicolo simbolo di convenienza ed arroganza, e si ritorce contro chi lo sventola. Perché se l'unico accenno alla vicenda è
un asettico articolo di cronaca, per di più scritto da una donna, c'è veramente qualcosa che non va. Dove sono le Dieci Domande al colonnello? Dov'è l'appello firmato dalla consueta fila di babbioni piagnucoloni? Dove sono le interrogazioni parlamentari? Dove stanno le articolesse di D'Avanzo ed i sermoni precotti di Travaglio?
Forse troppo impegnati a leccare il culo a
Saviano, che ha pronunziato il Nome Magico e tutti dietro come i topi della fiaba? Eh.