sabato, maggio 31, 2008

Che lo sforzo sia con loro

Niente, proprio non ce la fanno. Evidentemente cinquant'anni di governo democomunista, troppi anni di pseudogoverno dalemian-veltronian-prodiano e cinque anni di tentennante governo casinian-berlusconiano hanno proprio rammollito questo Paese oltre ogni umana (e politica) decenza.
Perché se è possibile che molti dei media nostrani alle parole di Berlusconi "A Napoli useremo la forza dello Stato" hanno sentito "Lo Stato userà la forza", tanto che D'Avanzo si augura che dica oggi di "essere stato frainteso", allora beh... che lo sforzo sia con tutti loro e lo usino per ricordare cos'è lo Stato ed a cosa serve veramente, oltre che a far da parco giochi per amici e parenti.

venerdì, maggio 30, 2008

Malati di Sindrome del Pigneto

Chi non ha vissuto gli anni '70 non può certamente capire quello che sta succedendo in questi giorni all'Università la Sapienza di Roma. E i primi a non poterlo capire sono proprio loro, gli studenti. Anche quelli che andrebbero scritti tra moltissime virgolette, quelli dei "collettivi", quelli di sinistra, i militanti.
Quelli che stanno instaurando un clima di terrore nell'Ateneo: o ci si piega alle loro logiche fasciste, illiberali, violente e antidemocratiche oppure "so' cazzi tua". Quelli che impediscono al Papa di parlare ma che invitano e coccolano gli imam e Ahmadinejad. Quelli che impediscono a Roberto Fiore di parlare ma che da decenni occupano (anzi, okkupano) ogni angolo di quel posto. Quelli che sequestrano il Preside della Facoltà di Lettere (da sempre il covo più profondo "de quelli de sinistra", con quella scalinata sempre ingombra di bivaccanti code di cavallo, kefiah al collo, capelli rasta, borse di pelle scamosciata altezza ginocchio, barbe incolte, occhialetti tondi e stracci vari) e che lo minacciano mentre cercano di sfondare la porta della stanza dove il poveretto aveva trovato riparo. Quelli che sono "non violenti", quelli "buoni", quelli "bravi", quelli "onesti". Quelli là.
Non possono capire cosa sta succedendo perché sono sbarbatelli con la puzza di latte, coccolati troppo da famiglie benestanti ma sfasciate, annoiati da un mondo che li rifiuterà come inutili e contro il quale preventivamente ed ottusamente si scagliano, tirandosi sui piedi una zappa da una tonnellata.
Ma non aspettavano altro, loro, per mettere in scena quello che tante volte hanno sentito dire da chi, ex-sessantottino ora alle prese col mutuo e con la quarta settimana - quando non con due figli adolescenti che gli rendono pan per focaccia, ha raccontato loro sotto forma di gesta eroiche di liberazione dal giogo borghese e fascista.
E un bel pezzo della società invece di emarginarli come meriterebbero, li supporta, li fomenta, li giustifica. Costruisce loro intorno un inesistente clima da nuovo Ventennio (se solo sapessero!), li fa incazzare (che poi non è difficile, frustrati come sono) con sceneggiate mediatiche come quella del Pigneto e poi lascia che si sfoghino per poter poi gridare all'emergenza democratica col ditino puntato e giustificare così la propria inettitudine esorcizzando l'inevitabile scomparsa con disonore che ha di fronte e che è - grazie al Cielo - già a buon punto. L'Italia non può permettersi simili giochetti.
Come diceva Ennio Flaiano, "il fascismo è costituito da due grandi gruppi: i fascisti e gli antifascisti". I primi sono scomparsi massicciamente da sessantacinque anni e definitivamente da trenta, i secondi purtroppo sono scomparsi solo dal Parlamento, ma fuori vengono ancora coltivati con amore.

[Immagine tratta da: mauropiadi.splinder.com]

giovedì, maggio 22, 2008

Le bugie del Corriere su Chicco Testa

Che il Corriere della Sera, anche e soprattutto per mezzo della sua emanazione Web, fosse tutto meno che una testata indipendente e generalizia lo si era capito già da tempo, già dagli "outing" del suo direttore a favore di Prodi prima e di Veltroni dopo. Ma che potesse arrivare a bassezze degne di un fogliaccio estremista, questo proprio non me l'aspettavo.
Se cliccate qui trovate l'audio di una breve intervista fatta da Valentina Conte a Chicco Testa, sotto l'incredibile titolo: "Per il nucleare da noi la strada è in salita". Ovviamente, basta ascoltare il breve brano con la viva voce di Testa per rendesi conto che la sua posizione è esattamente opposta a quanto il titolo vorrebbe far credere: infatti, quando Testa accenna alla "salita" lo fa riferendosi alle inevitabili opposizioni che il ritorno al nucleare troverà da parte dei soliti noti.

Un consiglio al Corriere: eviti accuratamente queste bassezze alla Travaglio, gli italiani non sono così deficienti. Gli italiani sanno molto bene, invece, che questo è il pensiero di Chicco Testa. L'altro è forse quello di Paolo Mieli, del quale - con tutto il rispetto - frega nulla a nessuno. E men che mai se fosse invece quello della giornalista: prendere un Master in Giornalismo all'Università di Milano non significa prendere la licenza di ingannare il prossimo.

lunedì, maggio 19, 2008

Beh, adesso basta

E sono tre: prima la vice di Zapatero che ci da degli xenofobi, poi quell'altro che dice che ci piace criminalizzare i diversi, infine la terza che sembra Di Pietro biondo e con la gonnella. Aho, che è il tiro al piccione?
Eh, qui mi sa che troppa paella, sangria e troppo sole hanno fatto andare un po' in palla 'sti ministri chiacchieroni... prendessero tutti un'Alca-Seltzer e dessero una letta allo sbugiardante Occidentale, che di papere starnazzanti ne abbiamo già abbastanza qui da noi, senza bisogno di importarle dall'estero.
Ola compañeros, damose 'na calmata né?

...e visto che lo spagnolo non lo conosco, ma Google si, beccateve pure la traduzione automatica:

Y son tres: el primer diputado de Zapatero que nos da xenófobos, entonces el otro que dice que nos gusta a criminalizar diferentes, por último, la tercera que parece a Di Pietro y rubio con una falda. Aho, que es la paloma de disparo?
Bueno, aquí yo sé que el exceso de paella, sangría y demasiado sol hizo ir un poco 'bola en el' sti ministros chiacchieroni ... tomó todas las un'Alca-Seltzer y dio un vistazo a sbugiardante L'Occidentale, que los patos starnazzanti tenemos suficientes aquí, sin necesidad de importarlos del extranjero.
Ola compañeros, damose 'na ni calmado?
Hasta la vista.

sabato, maggio 17, 2008

E un Campo Italiani sotto casa?

Alla signora Viktória Mohácsi, onorevole Rom europarlamentare strapagata, che si è così schifata nel vedere cosa c'è dentro al "Casilino 900" e che definisce una "realtà orribile" non già la fogna che i suoi conterranei si portano appresso fin nella mia città bensì i "bambini di terza generazione che non hanno diritti di cittadinanza", vorrei caldamente, sinceramente e cordialmente augurare di ritrovarsi un giorno un bel Campo Italiani sotto casa sua a Berettyóújfalu, puzza "orribile" e bambini figli di nessuno compresi.
Che contasse pure le generazioni, allora: quando avrà finito, faccia pure un fischio che la veniamo a raccattare.

mercoledì, maggio 14, 2008

Six Degrees

Incredibile a dirsi, Travaglio è riuscito nell'impresa che nessuno avrebbe mai immaginato: inimicarsi un collega di tutto rispetto come Giuseppe D'Avanzo. Che, in quanto a giornalismo d'assalto, di gusto spesso discutibile, è ben noto non essere secondo a nessuno, assieme al collega Bonini.


Complice l'attacco a testa bassa alla "casta" dei giornalisti (come se lui, Travaglio, fosse un fruttivendolo) perpretato assieme a Beppe Grillo ed ai suoi autori (Gomez, ecc.), D'Avanzo s'è sentito evidentemente punto sul vivo ed ha dato voce a ciò che tutte le persone minimamente oneste intellettualmente sanno, e cioè che Travaglio la fa costantemente fuori dal vasino. Del resto si sa: quando deve essere mandato in stampa un nuovo libello, serve un po' di palcoscenico.
Insincero, qualunquista, giornalista disonesto, mosso da interessi commerciali particolari, autore di spettacolini pirotecnici, vile, grossolano, cinico manipolatore, avvezzo a storti espedienti, secernente veleno: non ci è andato leggero, D'Avanzo, come del resto ci si poteva aspettare da uno del suo calibro. Ma va anche oltre: mette in campo una cosa nella quale è molto abile, lo scavare nella vita altrui per pescarne le magagne. Ed infatti, scava scava, trova una bella "collusione mafiosa" a scoppio ritardato pure per Travaglio, del tutto simile a quella che quest'ulitmo ha usato per diffamare Schifani.

Viene in mente la teoria dei Sei Gradi di Separazione, secondo la quale al massimo cinque "intermediari" di qualsiasi tipo separano qualsiasi essere umano da qualsiasi altro: siamo tutti mafiosi, dunque, "ma anche" tutti papi, centometristi, minatori, precari, parenti di Jean-Cyril Spinetta, aborigeni e vicini di casa di Travaglio. Con la differenza che quest'ultimo è riuscito ad estenderla anche nel tempo, oltre che nello spazio.
Miracoli del travaglismo.

**UPDATE del 15/05**
Travaglio ha risposto a D'Avanzo dalle pagine de La Repubblica (casa comune dei due), e lo ha fatto visibilmente "contrariato" e buttando all'aria quell'aura di impassibilità che si era faticosamente e meticolosamente costruita in TV, dove tutto era sotto il suo controllo.
La scomposta reazione per la serie "lei non si permetta di..." mostra in tutto il suo splendore il travaglismo applicato allo stesso Travaglio e chiude la questione una volta per tutte. Adieu.

[Immagine: da Wikipedia]

domenica, maggio 11, 2008

Chi è il fascista?

Ora Grillo sta esagerando, e non lo dice un pavido direttore di TG, lo dico io: il suo sogno, questa sera, è Marco Travaglio Direttore Unico del Canale Unico di Informazione Pubblica. Tutto il resto è illegale.

Direi che è urgente fare ad ambedue un bel discorsetto: Luttazzi, del resto, si sente solo, laggiù, oltre la fascia degli asteroidi.

sabato, maggio 10, 2008

Facciamoci del male

C'è una perversa tendenza, nel centrodestra italiano, all'autolesionismo. Ed è un autolesionismo pericoloso e profondo, giacché origina da un profondo complesso di inferiorità nei confronti della sinistra.
Già, proprio quella sinistra italiana triste, anacronistica, sempre perdente, incapace di imparare dai propri errori, schiava delle lobbies, illiberale, presuntuosa, pedante ed antipaticissima. Eppure, così convinta della propria superiorità antropologica, culturale, morale, sociale, mentale, fisica ed estetica. Talmente convinta che ogni volta che una tornata elettorale la ricaccia nel buco dal quale è uscita (e nel quale è storicamente giusto che rimanga) riesce a fare fesso qualche esponente in vista del centrodestra che, masochisticamente, le tende una mano grande così dandole di fatto ragione.
Ci riferiamo, oggi, a tre episodi ben distinti fra loro ma accomunati dal di cui sopra autolesionismo, espresso in tutto il suo splendore.

Primo (andiamo in ordine cronologico): Milano, otto maggio. Il sindaco, Letizia Moratti, aspetta che il rumorosissimo Vittorio Sgarbi - suo assessore alla cultura - stracci pubblicamente quel piccolo supponente antipaticissimo (e pericoloso) di un Marco Travaglio durante una ormai mitica puntata di Anno Zero su RAI DUE per dargli il benservito dalla Giunta a causa di precedenti dissapori.
Dissapori che vengono ovviamente ignorati da tutti: tutti sanno, sono convinti, giurano ed insegnano ai propri figli che Sgarbi è stato licenziato dalla Moratti perché ha osato mandare affanculo Travaglio, e che ha osato farlo nel tempio della sinistra televisiva, al cospetto del massimo sacerdote dell'antiberlusconismo (e della disinformazione, aggiungiamo en passant),cioè il pluritrombato martire Michele Santoro. Orrore.

Secondo: Roma, nove maggio. Il secondo membro più duro d'Italia, il neoministro alla Semplificazione Roberto Calderoli, quello tutto d'un pezzo, lo sprezzante e spavaldo sputtanatore di bacchettoni islamici, quello con la maglietta della discordia in TV ha pensato bene di genuflettersi di fronte alla Fondazione Gheddafi per lo Sviluppo e la Beneficienza (sic) che aveva minacciato l'Italia di tagliare le forniture di gas se il Calderoli medesimo avesse osato presentarsi come Ministro della Repubblica.
Ora tutti sanno che Gheddafi, il temibile tiranno del quale tutte le foche bianche dell'islanda hanno paura, ha fatto chiedere perdono al secondo membro più duro d'Italia, e tutto per una t-shirt. Figuriamoci se Gheddafi decidesse di incazzarsi per l'esclusione di Mario dal Grande Fratello.

Terzo e buon ultimo: sempre nove maggio. Altro neo-ministro, stavolta ai Beni Culturali. Altra icona del centrodenstra, nel bene e nel male. Sandro Bondi, sua eminenza. Ha pensato bene, in occasione dell'intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera di Mieli, di inchinarsi di fronte al peggior gruppo di maître à penser della sinistra antropologicamente superiore, nientemeno che Emberto Eco ("profonda stima"), Nanni Moretti ("l'ho amato"), Paolo Virzì ("me ne parlano bene"), Eugenio Scalfari ("profondo"), Renzo Piano ("lo ammiro"), Massimiliano Fuksas ("un grande"), come se da questi individui il governo Berlusconi avesse qualcosa da elemosinare oltre agli sputi ed agli insulti.

Tutto in due giorni. I primi due giorni di governo. Speriamo che il terzo giorno si riposino. Speriamo che al centesimo non chiamino a sé Romano Prodi come Ministro della Comunicazione, così, tanto per non trattar male nessuno e per toccare nuove vette in questo particolare ed incomprensibile tafazzismo.

venerdì, maggio 09, 2008

C'è chi muore pestato più di altri

Sono due settimane che i giornali, i salotti televisivi, i blog, i settimanali ci ricordano, ininterrottamente, quant'è incivile, quant'è brutale, quant'è esecrabile il pestaggio fascita veronese che ha ucciso Nicola Tommasoli. E giù sermoni, moralismi, invettive, stracciamenti di vesti, fiaccolate, scandalismi, equivicinanze ed equidistanze politicamente corrette, in perfetta sincronia e contro-sintonia con le recenti elezioni, ché l'Italia è sull'orlo della deriva nera.

Ma il povero Tommasoli non è stato il solo.

Ieri, 8 maggio, a Genova - a due passi da piazza Alimonda - il suo "pappa" ha pestato a sangue ed ucciso Violeta, un'immigrata rumena diciannovenne rea di non guadagnare abbastanza battendo i marciapiedi. Gheorghe Tanasa, questo il nome del trentaduenne assassino e convivente, quando l'ha vista rincasare già alle due del mattino con pochi soldi in tasca l'ha massacrata di calci e pugni spezzandole alla fine il collo.

Ma Gheorghe Tanasa non è fascista, Violeta non era un mite lavoratore colla coda di cavallo e tutti e due non erano, in fondo, che due rumeni: e così nessun giornale, nessun salotto televisivo, praticamente nessun blog (tranne Orpheus), nessun settimanale ce lo sta ricordando già a meno di ventiquattro ore di distanza. Se mai l'hanno fatto.

**UPDATE** - Se poi si scopre che il pestaggio fascista di verona non era fascista ma "solo" un pestaggio, il cerchio è chiuso. Ma il sermone, ormai, è già andato in onda.

(Grazie a Sul Terrorismo per la foto di Tommasoli)

mercoledì, maggio 07, 2008

Auto(in)sufficienza

«Scusate, ma nessuno è tanto pazzo da pensare ad un partito che sia autosufficiente! Il senso della vocazione maggioritaria è un altro, è avere l’ambizione di un’idea globale del Paese da proporre agli elettori.»
Walter Veltroni, Roma, 7 maggio 2008

«Con qualsiasi sistema elettorale, il Pd correrà da solo.»
Walter Veltroni, Orvieto, 19 gennaio 2008

venerdì, maggio 02, 2008