lunedì, agosto 31, 2009

Senza pudore

Presi con le dita nella marmellata, mettono da parte ogni pudore, vestono la faccia tosta che più tosta non si può e si stracciano le vesti di fronte allo "ignobile attacco" e alla violazione della privacy.

«Il fatto che ci possa essere qualcuno che è andato a frugare in una casella giudiziaria di una procura è un reato gravissimo», grida monsignor Domenico Mogavero, presidente del consiglio Cei per gli affari giuridici; le risate risuonano assordanti, Marco Travaglio dovrebbe allora essere sottoposto al 41bis, a quest'ora, dal momento che nella vita non fa altro (escluso l'inventarsi storie sulla base di quelle "occhiatine", ovviamente).
L'Avvenire, l'odiato "giornale dei vescovi", fonte di tante "bacchettate" ed "ingerenze" che hanno rovinato il sonno ai candidi laicisti alle vongole, improvvisamente diventa LA vittima e viene incensato come l'ennesimo caduto sulla strada della conquista del potere globale da parte dell'Anticristo in persona, indoviniamo chi è.
Patetici, patetici, patetici. Altri milioni di voti per Berlusconi. Patetici.

venerdì, agosto 21, 2009

Non è colpa sua

E' che proprio non ci arriva, è un sempliciotto, l'hanno abituato a credere in Babbo Natale e non gli hanno mai detto che non esiste. Poi, vabbe': se è una crociata sfigata e se sopattutto contribuisce al tirarsi dietro masse di Lemmings in stile Pifferaio Magico che lo ricoprono letteralmente di soldi, come resistere allo scrivere di "testimonianze" come questa?

E così l'ultimo capitolo della GECCP (Grande Enciclopedia delle Cazzate e delle Cause Perse, pp.1e+870000, ed. Vaffa), è stato scritto; subito dopo quelli epici sulla Biowashball, sul signoraggio, sulle scie chimiche, sulla sua candidatura alla segreteria del Partito Democratico, su Internet-senza-un-futuro e su Di Pietro, ecco finalmente quello sui "metalli pesanti", ché quelli "leggeri" dice che non è facile trovarli, e sulle miracolose cure omeopatiche che guariscono dalle malattie (sic!) incurabili, ma talmente rare che tanto nessuno va a controllare.
Un minimo di rispetto nei confronti di chi di queste terribili patologie soffre e muore imporrebbe il silenzio, ma Internet è bella perché è varia e permette a lui (e a me) di dire la propria, poi ognuno col proprio cervello e di fronte alla propria coscienza tira le debite conclusioni.

A proposito di Biowashball. Nella sua apologia della pallina miracolosa, il Nostro scrive in un post scriptum: "Io non sono pagato per fare la pubblicità alla Biowashball, chi lo dice mente sapendo di mentire. Si aspetti una querela". Per carità, mai pensata una cosa del genere.
Poi, però, il 9 agosto scorso, in questo post, precisava: "Di solito la querela viene usata in mancanza di altre argomentazioni per finire sui giornali di regime e fare la figura dell'innocente".
Che cosa meravigliosa sono i blog, non dimenticano niente...

mercoledì, agosto 19, 2009

Il delirio dipietrino

Sarà il caldo, sarà la manciata di voti di beoti e sfigati che ha racimolato alle ultime tornate elettorali, ma Antonio Di Pietro sta "svalvolando" pericolosamente, come si dice a Roma.

La sua ultima trovata, sparata dal suo blog (gemellato con quello di Grillo e quello di Travaglio, suoi degni compari), è domandarsi:
«Con quali voti pensa di fare la differenza politicamente nel Paese, il Cavalier nostrano, se non con quella dei sodali malavitosi?»
Bene, molto poco "onorevole" Di Pietro, questa se la può ricacciare nella fogna dalla quale le è uscita: sappiamo tutti benissimo cosa le frulla per il cranio, quella sorta di complesso di superiorità secondo il quale lei ed i suoi ammiratori siete le uniche forme di vita degne di sopravvivenza in questo Universo, e che il resto del genere umano è costituito da qualcosa di appena sopra le blatte in quanto a scala evolutiva.
Ma si da il caso che la "differenza di voti", che la stupisce tanto, Berlusconi non l'ha ottenuta da delinquenti ma da comuni cittadini che - a differenza sua - si fanno il culo tutti i giorni per (soprav)vivere in questo Paese, che tutto si merita tranne che di dare voce ad un accattone della politica come lei dimostra così bene di saper essere.
Lei, con quel post, ha offeso me e tutti i cittadini italiani: tutti, non solo quelli che hanno votato per qualcosa che non è la sua scalcinata e fascista "Italia dei Valori" (i suoi, ovviamente); ha offeso anche chi ha votato per il Partito Democratico, per i comunisti, per la destra estrema, per l'Udc, tutte persone che - secondo lei - non sono assassini e mafiosi solo perché hanno messo una crocetta due centimetri più in là rispetto al simbolo del PdL.
Questo è inaccettabile e non fa che dimostrare una volta di più dove porta la disperazione dell'ignoranza, dell'inutilità, della solitudine, della cattiveria: esattamente dove lei si trova, caro molto poco "onorevole". In fondo alla fila a sbraitare.

martedì, agosto 18, 2009

Il cielo è blu: Greenpeace indaga

No, non è uno scherzo: purtroppo è tutto vero. "La Groenlandia si scioglie", è l'allarmato titolo col quale Repubblica ci da conto della grande preoccupazione di Greenpeace nei confronti del riscaldamento globale, il "misfatto" come viene drammaticamente definito dal pennivendolo italiano.

Poveretti, stanno raschiando il fondo del barile dei finanziamenti pubblici, evidentemente: qualcuno spieghi ai pacifinti verdi (e a Repubblica) che il nome "Groenlandia" deriva dal danese Grønland, che significa "terra verde".

L'hanno già seppellito

Dalle parti di Repubblica sono sempre più fuori dal mondo. Da qualche giorno a questa parte, falliti tutti i patetici tentativi che ben conosciamo e venuta a mancare anche la sponda dei giornali esteri gemellati (dover citare quotidiani africani è sinceramente troppo anche per Largo Fochetti), hanno deciso di fare il grande passo e considerare Berlusconi già sotto due metri di terra.
Gli scoop (vabbe'...), infatti, sono tutti sulla... eredità di Berlusconi che, come al solito, ringrazia sentitamente. E si gratta anche un po' le palle, per non sbagliare.

venerdì, agosto 14, 2009

Grillo e la droga

Di ritorno dalle ferie cosa meglio di un'altra sparata di Beppe Grillo per ricordarsi di quant'è marcio questo mondo? Adesso, visto che nel Pd non lo vogliono e che la Washball è una truffa (per chi l'ha comprata, non certo per lui che l'ha pubblicizzata), il giullare sudato si (ri)butta sulla boutade della depenalizzazione delle droghe leggere.
Ma bravo, evidentemente vuole che tutta l'Italia sia come lui: colpevole di omicidio colposo plurimo per aver sdraiato diverse persone con l'auto. Diamo uno spinello in bocca a tutti gli italiani, sai che drastico calo negli schianti! Un genio.
Il problema con Grillo non è lui (è che lo disegnano così...), è la massa di sfigati mononeuronici che gli va appresso osannandolo come un dio: gente che, evidentemente, il cervello se l'è già bello che fottuto a furia di fumo. E che, ora, si sente sola e vuole condividere.

domenica, agosto 02, 2009

Beppe "Che" Grillo

Lui che odiava i partiti, lui che odiava la "politica" tradizionale, lui che considerava i "dipendenti statali" le peggiori sanguisughe immaginabili (tutti, con l'ovvia esclusione di quelle vere, quelle dell'Italia del Valori), lui che ha passato gli ultimi anni ad insultare tutto e tutti senza mai presentare uno straccio di alternativa decente, lui che ha provato con l'inganno ad imbucarsi in uno di questi partiti solo per finire di distruggerlo, proprio lui ora fa il salto di qualità ed annuncia la fondazione - finalmente - del suo partito: il Movimento di Liberazione Nazionale.
Si sente un rivoluzionario, un guerrigliero, una specie di incrocio sudato tra Ernesto Guevara e Pietro Micca; uno zapatista, un palestinese, un Davide di fronte al suo Golia. Ma vista la cultura dalla quale proviene, se mai nascerà sarà un'entità del tutto simile all'Italia del Valori: un generalissimo onnipotente circondato da una corte di lacché poco di buono che porta avanti un programma esclusivamente populista, eversivo e fascista. Ed è nel suo pieno diritto, per carità: qui non si faceva altro che intimargli di scendere in campo in prima persona, invece di mandare avanti brufolosi fancazzisti figli di papà e paganti.

La domanda che semmai sorge spontanea è: rinuncerà ai "rimborsi elettorali"?

L'autunno di D'Avanzo

Giuseppe D'Avanzo, il dipendente di Repubblica che si fregia del titolo altisonante di "giornalista d'inchiesta", quello che se cerchi la sua foto con Google ti ritrovi con la brutta faccia di Marco Travaglio (sarà un segno del destino), è disperato. Ormai neanche Eugenio Scalfari crede più alle stronzate che scrive quotidianamente su quel giornale ed ormai è in una fase di delirio schizofrenico e compulsivo.

Il suo ultimo pezzo, intitolato "La campagna d'autunno del Cavaliere azzoppato", ridicolmente memorizzato come tutti i suoi precedenti nella cartella "berlusconi-divorzio" del server di Repubblica (e siamo arrivati al diciottesimo capitolo) ed ancor più ridicolmente proposto col sottotitolo "il caso", è un grido di dolore di fronte all'indifferenza che tutti, dai lettori (Repubblica ha perso nel mese di giugno esattamente come la media di tutti gli altri quotidiani) alle televisioni, ostentano di fronte a quelle che egli ritiene essere le sue incredibili e mirabolanti imprese giornalistiche. Da qui, l'ennesima, scioccante "previsione": in autunno Repubblica sbatterà online altri audio ("anche dieci al giorno") nella più bieca tradizione da giornalaccio scandalistico da spiaggia quale s'è ridotto lo storico quotidiano romano e, sempre in autunno, Berlusconi cadrà.
Mmmm... Non vediamo l'ora che arrivi l'autunno.

sabato, agosto 01, 2009

A volte (quasi sempre) ritornano: il conflitto di interessi

Qualcuno, un paio di settimane fa, mi disse: "Guarda, è matematico: non appena scoppierà il bubbone pugliese e il fallimento della bufala morale sarà sotto gli occhi di tutti, vedrai che ritorneranno alla carica col conflitto di interessi".

Infatti, matematico. Veltroni (Veltroni?) presenta una ben poco originale proposta di legge che viene subito sottoscritta da tutte le opposizioni (poteva andare diversamente?) e che altro non è che la decima riedizione della norma ad personam con la quale si tenta di perpetuare la grande menzogna secondo la quale l'informazione italiana sarebbe in mani berlusconiane. E che, puntualmente, viene accantonata sul più bello, in quanto palesemente relativa ad un non-problema e sempre affossata da incombenze ben più serie ed urgenti. Tanto che l'unica (timida) legge in materia è stata prodotta da un governo di centrodestra, quasi per sfinimento.
E invece, no. Rieccoli alla carica. Sparate tutte le cartucce della questione morale, che quando non erano a salve si sono rivelate dei micidiali boomerang, ecco che torna in auge un evergreen dei desolati salotti della sinistra diversamente politica, quella che quando si prende una pausa dallo spiare dal buco della serratura di Villa Certosa cerca di sfilare Mediaset al suo più orribile nemico; chissà, forse in fondo in fondo spera che possa un giorno cadere nelle mani di De Benedetti (che ci ha già provato, rimediandone ceffoni ed avviando la guerra che continua ancora oggi), completando così l'occupazione totale dei mass media della quale abbiamo avuto un fulgido esempio durante l'ultimo governo Prodi con la vicenda sovietica dei consiglieri RAI.
Perché a lorsignori la "qualità" dell'informazione interessa come quella dell'educazione dei giovani o di qualsiasi altra cosa: zero. L'unica cosa cui tengono - e ci tengono moltissimo - sono le frequenze del digitale terrestre che il gruppo L'Espresso può accaparrarsi non appena liberate dagli "analogici" RAI e Mediaset, l'aiutare lo squalo Murdoch a contrastare Sua Emittenza (a proposito: del monopolio assoluto di Sky non parlano mai, alla faccia della "pluralità") ed evitare accuratamente di confrontarsi con Berlusconi e la sua maggioranza su temi politici, cosa nella quale - è noto - la sinistra non è ferrata.
In fondo, c'è da capirli: il conflitto di interessi è un tema squisitamente elettorale, una boutade da spendere per accaparrare facili voti antiberlusconiani (magari dipietristi...), e ad ottobre ci sono le primarie. E la cosa più bella è che stavolta non dovranno neanche fare la figuraccia dell'ultima volta, quando nei primi cento giorni del governo Prodi il tema, nonostante le roboanti e solenni promesse proprio di Veltroni che ne era il titolare, non fu neanche nominato: non dovranno governare un bel nulla, da novembre, quindi l'argomento è oggi doppiamente spendibile.