A volte (quasi sempre) ritornano: il conflitto di interessi
Qualcuno, un paio di settimane fa, mi disse: "Guarda, è matematico: non appena scoppierà il bubbone pugliese e il fallimento della bufala morale sarà sotto gli occhi di tutti, vedrai che ritorneranno alla carica col conflitto di interessi".
Infatti, matematico. Veltroni (Veltroni?) presenta una ben poco originale proposta di legge che viene subito sottoscritta da tutte le opposizioni (poteva andare diversamente?) e che altro non è che la decima riedizione della norma ad personam con la quale si tenta di perpetuare la grande menzogna secondo la quale l'informazione italiana sarebbe in mani berlusconiane. E che, puntualmente, viene accantonata sul più bello, in quanto palesemente relativa ad un non-problema e sempre affossata da incombenze ben più serie ed urgenti. Tanto che l'unica (timida) legge in materia è stata prodotta da un governo di centrodestra, quasi per sfinimento.
E invece, no. Rieccoli alla carica. Sparate tutte le cartucce della questione morale, che quando non erano a salve si sono rivelate dei micidiali boomerang, ecco che torna in auge un evergreen dei desolati salotti della sinistra diversamente politica, quella che quando si prende una pausa dallo spiare dal buco della serratura di Villa Certosa cerca di sfilare Mediaset al suo più orribile nemico; chissà, forse in fondo in fondo spera che possa un giorno cadere nelle mani di De Benedetti (che ci ha già provato, rimediandone ceffoni ed avviando la guerra che continua ancora oggi), completando così l'occupazione totale dei mass media della quale abbiamo avuto un fulgido esempio durante l'ultimo governo Prodi con la vicenda sovietica dei consiglieri RAI.
Perché a lorsignori la "qualità" dell'informazione interessa come quella dell'educazione dei giovani o di qualsiasi altra cosa: zero. L'unica cosa cui tengono - e ci tengono moltissimo - sono le frequenze del digitale terrestre che il gruppo L'Espresso può accaparrarsi non appena liberate dagli "analogici" RAI e Mediaset, l'aiutare lo squalo Murdoch a contrastare Sua Emittenza (a proposito: del monopolio assoluto di Sky non parlano mai, alla faccia della "pluralità") ed evitare accuratamente di confrontarsi con Berlusconi e la sua maggioranza su temi politici, cosa nella quale - è noto - la sinistra non è ferrata.
In fondo, c'è da capirli: il conflitto di interessi è un tema squisitamente elettorale, una boutade da spendere per accaparrare facili voti antiberlusconiani (magari dipietristi...), e ad ottobre ci sono le primarie. E la cosa più bella è che stavolta non dovranno neanche fare la figuraccia dell'ultima volta, quando nei primi cento giorni del governo Prodi il tema, nonostante le roboanti e solenni promesse proprio di Veltroni che ne era il titolare, non fu neanche nominato: non dovranno governare un bel nulla, da novembre, quindi l'argomento è oggi doppiamente spendibile.
1 commento:
Togli il quasi e il a volte. Questi tornano sempre. E dicono sempre le stesse cose. Non è fermando il "conflitto d'interesse" che fermeranno Berlusconi o il Pdl. E questo significa due cose, o non hanno di meglio da fare o non capiscono come batterlo. O entrambe le cose. Sono stati al governo per quasi due anni... potevano fare questo ed altro e non lo hanno fatto. Forse perchè in quel momento ha fatto comodo anche a loro?
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