venerdì, ottobre 30, 2009

Suo Onore Travaglio bis


Non bastavano le "pinocchiate" di Marco Travaglio, il giornalista "un tanto al chilo" (come lui stesso ama dire) per costruire tribunali, giudici e sentenze da microonde su quintali di fuffa degna dei peggiori salotti televisivi di Caracas; ora ci si mette anche il suo degno concorrente (ed acerrimo nemico) Giuseppe D'Avanzo che, come sempre dalle pagine di Repubblica, imbastisce un pindarico procedimento prêt-à-porter contro il solito Silvio Berlusconi condannandolo ineluttabilmente (perché «quel che è avvenuto è chiaro») per violazione dell'articolo 640 c.p.: ricettazione.
Che pacchia: fossero tutti cosi i procedimenti penali intentati contro Berlusconi non servirebbero neanche le decine di avvocati che lo devono difendere, basterebbe aver bisogno di carta per pulire i vetri.

mercoledì, ottobre 28, 2009

Causa ed effetto

«In Italia non c'è razzismo, c'è tanta xenofobia che è l'anticamera del razzismo». Caro Presidente Fini, se te la piantassi di cianciare un giorno si e l'altro pure di improbabili integrazioni alle vongole, forse - dico: forse - la gente sarebbe anche disposta a calare un po' in xenofobia, che ne dici?

Una nuova opposizione


«Costruiamo assieme un'opposizione». E' l'invito che Antonio di Pietro (IdV) e Paolo Ferrero (PRC) lanciano in direzione del Partito Democratico di Pierluigi Bersani. Potrebbe sembrare una buona notizia, se non fosse per il fatto che dietro la colomba c'è sempre la carcassa del lupo, morto ormai da anni, anche se non se n'è ancora accorto: «Dev'essere un'iniziativa di tutta l'opposizione che chiede le dimissioni di Berlusconi». Oh, di nuovo. L'han già chiamata "No Berlusconi Day", poveri noi.
Niente, non ce la fanno. Niente programmi, niente idee, niente prospettive, niente impegni, niente politica: solo, unicamente, invariabilmente, ineluttabilmente, tragicamente "No Berlusconi".

martedì, ottobre 27, 2009

Il travone di stato


Spero sia un refuso, anche se nutro poche speranze. Questo articolo del Corriere online da conto di "voci di procura" che lascerebbero intendere la non volontà di procedere contro Piero Marrazzo per il reato di peculato (è noto che andava a travestiti con l'auto blu).
Ma è la presunta motivazione a lasciare basiti: «[...] quanto al peculato, Marrazzo aveva diritto all'auto di servizio e con quella poteva andare dove voleva [...]», si legge nell'articolo.
Cioè, fatemi capire: il politico Marrazzo può andare a travestiti col lampeggiante pagato da me e scusi il disturbo, mentre il politico Berlusconi deve rendere conto, carte alla mano, di ogni goccia di kerosene consumata dal suo aereo (in rapporto al numero di persone a bordo) pena interrogazioni al Parlamento Europeo e la chiamata in causa di Amnesty International con annessi sermone scalfariano ed inchiestona stelliana?
Poi dici dei due pesi e delle due misure. E poi - soprattutto - dici che si estinguono. Ad uno ad uno.

Mi raccomando, compagni!


A sinistra le direttive del Partito prevalgono sempre e valgono per tutti, da D'Alema fino all'ultimo sfigato. Negare tutto ed applicare il doppiopesismo, come da manuale distribuito.

Sia chiaro: nessuno ce l'ha con Marrazzo perché va a travoni (so' cazzi sua, letteralmente), la sua colpa - è stato detto e ridetto - è quella di aver subito un ricatto per chissà quanto tempo senza denunciarlo, mentre era alla guida di una Regione che movimenta 26 miliardi di Euro l'anno. Chi viene messo in ridicolo, qui, è - come al solito - il popolo dei bacchettoni, con Repubblica in testa: D'Avanzo pretendeva le dimissioni di Berlusconi perché un premier puttaniere e ricattato è un premier "dimezzato" (sono parole sue), e su questa tesi il suo giornalaccio ha costruito la burla delle "10 domande" che - incredibilmente - dura tutt'oggi. E D'Avanzo era nel torto (perché disinformato o in malafede, lo sa solo lui), perché Berlusconi non sapeva che la D'Addario fosse una puttana (le intercettazioni lo dimostrano), perché Berlusconi non l'ha neanche pagata (le intercettazioni lo dimostrano) e perché Berlusconi non ha ceduto al ricatto della puttana di cui sopra (le intercettazioni lo dimostrano). Tanto che i pm si sono affrettati a precisare che, in capo a Berlusconi, non c'è stato proprio nulla di penalmente rilevante; si è trattato di un "semplice" caso di sputtanamento (sic!) a mezzo stampa da parte di Repubblica e di chi la comanda a bacchetta, i quali hanno fatto una figura barbina epocale.

Oggi, D'Avanzo che fa (e con lui i "davanzones" sparsi un po' per tutta Italia)? Compila "10 domande" per Piero Marrazzo, puttaniere (beh...) conclamato, consenziente, pagante (5000€ a notte per un "democratico" amico del popolo sono una delizia), ricattato da chissà quanto ed omertoso, responsabile di una serie potenziale di azioni di governo distorte, indagato dalla magistratura per tutto questo (altro che "vittima" e "voglio sparire"!)? Ma ovviamente no! Il colpevole, stavolta, è... Berlusconi, il vero ricattatore, quello che teneva il povero allegrotto liberal per le palle (o quel che ne rimaneva) minacciandolo di rendere pubblica la cosa, che usava la propria posizione non di "Silvio Berlusconi", ma di "Presidente del Consiglio" per tenere in scacco il tapino e costringerlo così a chissà quali nefandezze!
OK. E Marrazzo? Niente. Una vittima del "sistema di dominio" berlusconiano. Un santo. Un ulteriore esempio dell'anomalia italiana. No, non quella dei dirigenti di sinistra amanti dei travestiti brasiliani (si sa, il travone è di sinistra, è l'escort che è di destra) e contemporaneamente distruttivi nei confronti delle istituzioni che dovrebbero rappresentare, ma quella di un Berlusconi che, per la sua sola esistenza, giustifica ogni altra nefandezza, dalla corruzione al ricatto, dall'associazione a delinquere a scopo di estorsione alla concussione. Chiunque è colpevole di ciò è, in realtà, una marionetta di Berlusconi, ed il vero colpevole è ovviamente lui.

Ecco l'unica, vera, inimitabile, incontrovertibile ragione della loro estinzione. E' tutta qua.

domenica, ottobre 25, 2009

Del Pd è rimasto solo il "partito"


Con la vittoria di Pierluigi Bersani alle cosiddette "primarie" il Partito Democratico fa un abissale passo indietro e, di fatto, scompare a favore del vecchio Partito e basta. Quello Comunista, ovviamente.
Un ritorno alle origini in piena regola, una bella soddisfazione per Massimo D'Alema che potrà finalmente tornare a manovrare liberamente le leve del potere, sfilategli quasi due anni fa dall'eretico Veltroni e dalle sue velleità maggioritarie e riformiste.
Una sconfitta nella sconfitta per un'opposizione annichilita, sbandata, accecata dall'odio e dal bacillo dipietrista, travolta dalle stesse armi create per tentare di abbattere Berlusconi.
Un passo indietro per tutto il Paese, privato dell'opposizione democratica a favore di un nostalgico gruppetto di vecchi pepponi interessati unicamente a rimettere le mani sul potere perduto.

sabato, ottobre 24, 2009

Ecco la Terza Repubblica


Ormai si è in ballo, è stata passata quella linea invisibile che tratteneva gli scandali a sfondo sessuale dal condizionare la politica italiana (che di condizionamenti ne ha da sempre già fin troppi), ed ora è un torrente in piena.
L'ultima vittima, Piero Marrazzo, governatore del Lazio ed esponente del Partito Democratico: beccato ad un festino a base di cocaina e transessuali con 5000 Euro contanti in tasca (3000 per "Natalie", gli altri 2000 chissà per cosa) e le mutande a terra. Ricattato da una banda di delinquenti che - incidentalmente - sono anche Carabinieri. Un bel colpo per la sua immagine di uomo "pulito", come sono lontani i tempi di "Mi Manda RAI3".
Ma questo è l'andazzo iniziato in pompa magna con le foto di Villa Certosa, dopo il timido inizio che vide Silvio Sircana - allora portavoce di Romano Prodi - alle prese anch'egli con un transessuale. Ora, nessuno è più "al sicuro", è iniziata ufficialmente la Terza Repubblica.
E' un bene? No, eh?

mercoledì, ottobre 21, 2009

Ma chi è, tuo fratello?


Va bene che la politica non attira il rispetto dell'uomo della strada, ma la responsabilità di ciò è in capo principalmente ai media.
Un esempio? Il pessimo vezzo di praticamente tutti i giornali di chiamare col nome proprio le personalità politiche che intendono, in qualche modo, sbeffeggiare (nella foto, il Corriere della Sera), soprattutto e preferibilmente se non di sinistra. E così, il Presidente del Consiglio diventa "Silvio" ed il marito della Lonardo diventa "Clemente".
Fossi in loro, scriverei ai direttori dei quotidiani domandando loro se - per caso - siamo mai usciti a cena insieme.

venerdì, ottobre 09, 2009

La pax obamiana


Sarà divertente vedere la faccia dei parrucconi svedesi quando in primavera l'Abbronzato più amato del semi-mondo democrat-progressista farà dell'Iran un parcheggio.

(foto: da Corriere.it)

mercoledì, ottobre 07, 2009

La riforma dell'ovvio


Certe volte viene da pensare che alcune delle "riforme" proposte da questo governo siano ridicole. No, calma. Non in quel senso.
Dicevo che, alcune volte, azioni che vengono presentate dai media come "rivoluzioni" anche epocali sono semplice restaurazione di quel minimo sindacale (sic!) di buon senso che non avrebbe dovuto mai essere stato messo in discussione.
Esempio di oggi: il ministro Gelmini (Santa Mariastella da Leno ora pro nobis!, mai ministro della Repubblica avrà lasciato tanto bene al proprio passaggio) ha detto che i bidelli devono riprendere la scopa in mano e pulire le scuole. Orrore. Già si sentono gli urli sguaiati dei sindacalizzatissimi "ATA" (dire "bidello" è peggio che dire "negro") che si stracciano le vesti per farle assomigliare ai loro "diritti" ridotti ormai a brandelli.
Eppure, è la cosa più normale di questo mondo. Proviamo a domandarci: se non tengono pulito quel cacchio di corridoio, che ci stanno a fare? Mia moglie è insegnante e quando le ho riferito della scandalosa uscita della Gelmini s'è fatta una risata. L'unica cosa che fanno i bidelli è fare il giro delle aule per controllare se gli insegnanti stanno al loro posto, e nel tempo libero da questa nobile attività si lamentano l'un l'altro del troppo lavoro che hanno da fare -- mi ha raccontato. E guai a chieder loro di portare una cosa in segreteria o di far sostituire una lampadina, per carità: come minimo ci rimedi una sfuriata, se va meno bene una scarica di insulti.
In più, di questi iper-protetti figuri le scuole nostrane sono oggi ben farcite, con un rapporto alunni per bidello tra i più bassi al mondo.
Nessuna "rivoluzione" quindi, nessuna "riforma": solo ripristinare ciò che era giusto e normale.

Tanto peggio tanto meglio, as usual

«Non posso non rispettare il responso della Corte Costituzionale nel quadro di un sistema democratico. Prendo atto tuttavia che questo sistema, soprattutto per le modalità con cui vengono eletti i membri della Corte, rischia di alterare nel tempo un corretto equilibrio fra i poteri dello Stato, i quali traggono tutti origine dalla sovranità del popolo.
La solidità di questo governo non è in alcun modo intaccata da questo pronunciamento né tantomeno la mia volontà di proseguire con determinazione nel mandato ricevuto dal popolo e rinnovato in tutte le più recenti competizioni elettorali. Una volontà che si rafforza e che riceve ogni giorno il sostegno compatto e solidale della volontà politica della maggioranza che sostiene l’attuale governo. Per il resto, non ho il minimo dubbio che le accuse infondate e risibili che ancora mi vengono rivolte cadranno sotto il vaglio di magistrati onesti, indipendenti e ossequienti alla legge e alla propria coscienza».
Questa la risposta, affidata ad una nota ufficiale, di Berlusconi alla bordata politica indirizzata al Paese dalla Corte Costituzionale che, questo pomeriggio, ha sconfessato se stessa, sbeffeggiato Giorgio Napolitano, leccato il culo a Di Pietro e messo il Paese di fronte ad una situazione di inutile difficoltà e potenzialmente dannosa.
Non già a causa dei processi contro Berlusconi: quelli ci sono sempre stati e sempre ci saranno e la scorsa legislatura è filata via per intero in assenza di "scudi" di qualsiasi genere; il danno verrà (perché verrà) dall'iniezione di forza che questa sentenza da alla minoranza sfascista e manettara che fa capo a Di Pietro ed ai suoi "bravi", Santoro, Travaglio, Grillo. Tutta gente che invece di essere emarginata dalla politica a causa della loro pericolosa tendenza all'eversione e del loro sprezzo di qualsiasi concetto legato alla democrazia sarà ora motivata ad innalzare i toni oltre ogni limite.
Ci fosse, in Italia, un'opposizione politica degna di questo nome non ci sarebbe da preoccuparsi; ma in mancanza di questa (il Pd è un cadavere in putrefazione, assolutamente inservibile sotto il profilo politico) il rischio è consegnare il 100% della dialettica ai trogloditi del dipietrismo, con le conseguenze che possiamo ben immaginare.
Tanto peggio tanto meglio. Questo deve essere stato il sentimento che ha mosso quei nove giudici che, prevalendo sugli altri sei, hanno dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che Silvio Berlusconi aveva ragione e che l'italia ha fatto un bel passo indietro allontanandosi da quella "normalità" che i suoi cittadini tanto aspettano.
L'unica speranza è che Berlusconi ed il governo (ma soprattutto la maggioranza che li sostiene) non si facciano distrarre da questo ignobile episodio e che tirino dritto come fatto finora. Dovremo forse sorbirci altre dosi di falso gossip e una decina di puntate di Annozero tempestate di feste e champagne per la "vittoria" sul dittatore di Arcore, ma almeno non si farà una disastrosa conversione ad "U" che affonderebbe l'Italia forse definitivamente.

Comunque andrà, diranno di aver vinto

Nessuno sa come la Consulta si esprimerà sul Lodo Alfano, non c'è alcuna previsione possibile. Ma una cosa è più che certa: comunque andrà, i professionisti dello sfascismo potranno dire di aver avuto ragione.
Se la Corte si pronunzierà a favore dei ricorsi presentati, bocciando così di fatto la legge, avranno ovvia stura nel gridare all'abbattimento del tiranno nel nome della Giustizia e della Democrazia con le 'G' e 'D' maiuscole; se invece si pronunzierà contro i ricorsi, approvando di fatto il Lodo, useranno il paracadute della famosa cena nel corso della quale - secondo loro - i giudici furono corrotti da Berlusconi, Letta e dallo stesso ministro Alfano, probabilmente a suon di manicaretti tricolore.

martedì, ottobre 06, 2009

Repubblica e la scuola


Quando si dice la faccia tosta. Nei decenni passati la scuola Italiana è stata il porcile privato nel quale hanno sguazzato felici tutte le scrofe ed i porci delle sinistre italiane (prima le scrofe, è più politicamente corretto) riducendola allo schifo che è adesso, sia dal punto di vista infrastrutturale che - soprattutto - da quello dei contenuti. Un ammortizzatore sociale permanente, il luogo dove imboscare ogni sorta di fancazzista pubblico e dove usare le schiere di bambini e ragazzi come carne da macello sindacale e parapedagogica, con il fine ultimo (e tenuto neanche tanto nascosto) di farne acefali elettori assieme ai disperati portati qua a suon di gommoni.
Uno schifo totale, vergogna nazionale di fronte al mondo, concausa dell'infimo livello culturale, scientifico, umanistico e civile di questo Paese (la 'P' maiuscola la mantengo solo per amor di Patria, ma non è meritata) e pesantissima ipoteca sul suo futuro, sempre più grigio ed incerto a causa delle sue radici marce e superficiali.
Eppure oggi proprio loro, proprio il maggior partito di sinistra, quello che fa finta di essere un quotidiano, riesce nell'acrobazia di far passare il messaggio che da quando c'è la Gelmini la scuola è in rovina. Roba da rotolarsi dalle risate, se non fosse così tragicamente grave.

Mai nella storia della scuola italiana, dalla Riforma Gentile, una tale strambata fu mai imposta come quella portata dal ministro Gelmini e da questo Governo. E mai virata fu più salutare. Se un difetto c'è è che è fin troppo blanda, i cancri non si curano con l'aspirina.

lunedì, ottobre 05, 2009

Fine dei giochi



E così anche la favoletta della superiorità culturale della sinistra è andata.... a puttane. Prosit!