lunedì, gennaio 15, 2007

Il bivio di Vicenza

Entro il 19 gennaio (o giù di lì) Prodi dovrà decidere da che parte gettare il cerino acceso dell'ampliamento della base USA di Ederle , Vicenza. Gli accordi risalgono alla precedente legislatura, i progetti sono fatti da tempo, già decine di milioni di dollari sono stati investiti e centinaia (si parla di circa 500) sono pronti a piovere sull'area, sia per costruire la base - che prevede l'adeguamento di un piccolo aeroporto civile esistente, che per le necessarie infrastrutture circostanti (strade, ponti, raccordi autostradali, barriere antirumore, servizi, uffici, alloggi, eccetera). Dovrà insediarvisi la 173° Brigata Aviotrasportata, circa 1800 soldati oggi già in territorio UE, ma sparpagliati.
Se lo getterà a sinistra (come probabile che accada), sarà ovviamente per non "tradire" i kompagni della maggioranza massimalista dell'Unione; così facendo, però, darà uno schiaffo senza precedenti agli USA e, con tutta probabilità, metterà la parola fine alla presenza statunitense sul nostro territorio, almeno per quanto concerne i nuovi arrivi.
Se lo getterà a destra, salverà la faccia (sua e del Paese), rispetterà gli impegni da esso presi e darà una mano a combattere il terrorismo (la 173° è una "forza di intervento rapido") ma perderà le chiappe, a furia di mozzichi da Diliberto, Scanio, Giordano e kompagni.

Ma già sappiamo quale sarà la sua exit strategy da questa spinosa questione: dire no, e tentare di addossare la colpa ai cittadini (dicendo che in realtà sono loro a non essere d'accordo).

**UPDATE** Come era prevedibile, sulla questione nell'Unione (sic!) è un tutti-contro-tutti.

giovedì, gennaio 04, 2007

Freccero e il relativismo mediatico

«E' un film molto interessante sulla violenza del potere, un potere primordiale e premoderno come quello di oggi. La riprova è nel fatto che perfino le immagini di Saddam con il cappio al collo siano state diffuse con sufficiente indifferenza e che Bush abbia identificato nell'esecuzione del rais la pietra miliare di quella democrazia che l'Occidente si è incaricato di instaurare in Iraq. Se avessimo dovuto vietare il film, allora avremmo dovuto spegnere i tg dal 2001. Dopo le torture nel carcere di Abu Ghraib, è imbarazzante fare ragionamenti di questo tipo.»

Queste le parole di Carlo Freccero, ex-direttore di RAI DUE ed ora "esperto di televisione", interrogato circa la scelta di non vietare nemmeno ai minori di 14 anni il film Apocalypto, ultima fatica di Mel Gibson. Il film narra le ultime fasi dell'esistenza della civiltà Maya ed è, come intuibile conoscendo sia la storia trattata che il regista, un film estremamente crudo.
La commissione che mette la censura per i minori sui film, monca e divisa, non ha raggiunto un parere unanime e la decisione è stata presa a maggioranza (di fatto dai soli rappresentanti le case cinematografiche).

Ora che sapete di cosa si parla, rileggete le parole di Freccero. E rabbrividite.