Freccero e il relativismo mediatico
«E' un film molto interessante sulla violenza del potere, un potere primordiale e premoderno come quello di oggi. La riprova è nel fatto che perfino le immagini di Saddam con il cappio al collo siano state diffuse con sufficiente indifferenza e che Bush abbia identificato nell'esecuzione del rais la pietra miliare di quella democrazia che l'Occidente si è incaricato di instaurare in Iraq. Se avessimo dovuto vietare il film, allora avremmo dovuto spegnere i tg dal 2001. Dopo le torture nel carcere di Abu Ghraib, è imbarazzante fare ragionamenti di questo tipo.»
Queste le parole di Carlo Freccero, ex-direttore di RAI DUE ed ora "esperto di televisione", interrogato circa la scelta di non vietare nemmeno ai minori di 14 anni il film Apocalypto, ultima fatica di Mel Gibson. Il film narra le ultime fasi dell'esistenza della civiltà Maya ed è, come intuibile conoscendo sia la storia trattata che il regista, un film estremamente crudo.
La commissione che mette la censura per i minori sui film, monca e divisa, non ha raggiunto un parere unanime e la decisione è stata presa a maggioranza (di fatto dai soli rappresentanti le case cinematografiche).
Ora che sapete di cosa si parla, rileggete le parole di Freccero. E rabbrividite.
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