Il bivio di Vicenza
Entro il 19 gennaio (o giù di lì) Prodi dovrà decidere da che parte gettare il cerino acceso dell'ampliamento della base USA di Ederle , Vicenza. Gli accordi risalgono alla precedente legislatura, i progetti sono fatti da tempo, già decine di milioni di dollari sono stati investiti e centinaia (si parla di circa 500) sono pronti a piovere sull'area, sia per costruire la base - che prevede l'adeguamento di un piccolo aeroporto civile esistente, che per le necessarie infrastrutture circostanti (strade, ponti, raccordi autostradali, barriere antirumore, servizi, uffici, alloggi, eccetera). Dovrà insediarvisi la 173° Brigata Aviotrasportata, circa 1800 soldati oggi già in territorio UE, ma sparpagliati.
Se lo getterà a sinistra (come probabile che accada), sarà ovviamente per non "tradire" i kompagni della maggioranza massimalista dell'Unione; così facendo, però, darà uno schiaffo senza precedenti agli USA e, con tutta probabilità, metterà la parola fine alla presenza statunitense sul nostro territorio, almeno per quanto concerne i nuovi arrivi.
Se lo getterà a destra, salverà la faccia (sua e del Paese), rispetterà gli impegni da esso presi e darà una mano a combattere il terrorismo (la 173° è una "forza di intervento rapido") ma perderà le chiappe, a furia di mozzichi da Diliberto, Scanio, Giordano e kompagni.
Ma già sappiamo quale sarà la sua exit strategy da questa spinosa questione: dire no, e tentare di addossare la colpa ai cittadini (dicendo che in realtà sono loro a non essere d'accordo).
**UPDATE** Come era prevedibile, sulla questione nell'Unione (sic!) è un tutti-contro-tutti.