Sono già all'opposizione
Non sono trascorse neanche quarantotto ore da Piazza S. Babila, i gazebo sono ancora caldi, il popolo del centrodestra - e non solo quello - sta ancora cercando di capire cosa sia successo. Ma loro, no. Loro hanno già capito tutto. Nelle loro menti si è formata, evidentemente, l'immagine del disastro; si è materializzato - di nuovo - il peggiore degli incubi. La parola d'ordine è: Guerra Preventiva.
La prima bordata parte pochissime ore dopo il fatale annuncio: è un timido tentativo, forse fallito in partenza, ma serve a saggiare il terreno, tentano lo stesso. Il colpo fa clamorosamente cilecca. Ma nello Stato Maggiore non si perdono d'animo e scatta l'operazione "Rovista nel Cassetto".
Decine di oscuri funzionari vengono risvegliati ed impiegati in una massiccia operazione di spulciamento, con un ordine preciso: scovare, negli archivi di Repubblica, qualsiasi inchiesta, rumor, voce di corridoio, bufala, ipotesi o complotto che sia stata tenuta in caldo nell'ultimo anno e mezzo.
Il compito è difficile, da aprile 2006 in avanti le priorità sono state altre, si è persa un po' la memoria di certi termini, certe paure, certe emergenze... ma all'improvviso la luce: eccola! Si si, si parla di televisioni, di controllo dell'informazione, di accordi segreti, di Bruno Vespa, di pericolo per la democrazia, perfino di Conflitto di Interessi, oh! gioia: le parole chiave ci sono tutte, anche il periodo è più che buono! 2004-2005, perfetto! OK, approvato, usiamo questa.
I giornalisti RAI sono incazzati. C'è indignazione contro quella che viene definita "cabina di regia", un organismo che avrebbe pilotato le notizie piegandole a una precisa strategia politica. Ne esce un documento, che chiede una legge sulla Rai che lasci i partiti fuori dall'azienda. La Rai si costituisce parte lesa, siamo ormai al capolinea: la Rai non può più essere di proprietà di un ministero, quello del Tesoro, un obbrobrio contenuto nella Gasparri.Hanno paura, sono nel panico. C'è da coprire lo scandalo dell'okkupazione della RAI, la gente deve dimenticare che Padoa Schioppa si sarebbe già dovuto dimettere per la vicenda Petroni, ma soprattutto c'è da distrarre e mentire, c'è da bombardare piazza S. Babila. Sono comunisti, si muovono nel loro ambiente. Sono già all'opposizione.
Rai e Mediaset avevano un filo diretto e concordavano una strategia. Andavano in onda edizioni fotocopia dei tg Rai e Mediaset, nella cosiddetta "cabina di regia" c'erano esponenti politici, vicini a Berlusconi, capaci di dettare la loro legge.
Una vicenda di assoluta gravità, un'emergenza pubblica, è in discussione il diritto a essere informati. Un costume che offende le migliaia di giornalisti Rai e Mediaset che fanno onestamente il proprio mestiere. Bisogna che il Parlamento ponga mano subito alla legge sul conflitto di interessi.
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