venerdì, novembre 17, 2006

E la sinistra scopre che la "sua" scuola è marcia

Il re è nudo. «Bullismo e violenza sul web: i video della scuola malata» titola allarmato La Repubblica online. Ma che bella scoperta, rispondo io. Ci vuole un genio per scoprire che il bombardamento di anarchia cui sono soggetti da decenni gli alunni non può che produrre una "scuola malata"? Ci vuole uno scoop per "scoprire" che nelle aule detta legge il più forte (tra gli alunni), e che gli insegnanti devono entrare in punta di piedi e chiedere scusa di esistere? Ci vuole uno "scandalo", un altro "allarme" o "emergenza" per realizzare che, con queste premesse, la società non può che essere quella che è: sbandata, senza valori, arraffa-tutto, boriosa, menefreghista e incattivita fino al midollo?

Ma chi è responsabile di tutto ciò? Chi gestisce il sistema-scuola, verrebbe da dire. Giusto. E chi lo gestisce? Nessuno. Ecco il vero problema. O meglio è guidato con frusta e paraocchi da entità che nulla hanno a che fare con i concetti di educazione ed apprendimento. Entità che badano unicamente a forgiare generazioni di pecore acefale da telecomandare comodamente dopo qualche anno. Questa è la vera violenza sui minori, e perpetrata in massa. Col silenzioso assenso di tutti, altrimenti sei fascista.

In altre realtà (veramente civili) la scuola è il pilastro sul quale è fondato tutto: di là escono cittadini, studiosi, lavoratori, scienziati, preti, politici e spazzini. Se - in condizioni normali - ne esce un disoccupato, è perché è un idiota. E se va male qualcosa, è dalla scuola che si comincia a ritarare il sistema. Non ci vuole un genio.
Da noi, no. Da noi "plessi" e "circoli" vomitano orde di nullafacenti abituati a fare la prima cosa che passa loro per la testa e a dire ciò che neanche ci è passato.

Grembiulino, in piedi all'appello e dare "del lei" quindi? Assolutamente si. Come durante il servizio di leva militare, quando c'era: a cosa servivano tutte quelle pratiche apparentemente inutili? A formare. A mettere le cose nel loro ordine naturale. L'unico ordine rispettando il quale le cose medesime possono funzionare.

Libertà. Espressione. Autodeterminazione. Coscienza di sé e delle proprie capacità. Diritto alla conoscenza. Tutto bello, tutto giusto.
Ma anche e soprattutto e prima di tutto disciplina. Rispetto. Inviolabilità della libertà altrui. Senso civico e del dovere. Responsabilità verso sé stessi e la società.
Perché se una società permette ad un brufoloso sedicenne di puntare una pistola giocattolo alla tempia dell'insegnante apostrofandolo "Ehi, prof!", quella società commette suicidio.
E non saranno né un "Piano di Offerta Formativa" né una maglietta di Guevara a salvarla.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bisogna anche ringraziare le famiglie che al minimo tentativo di un docente di mettere in riga un fannullone lo denunciano e i giudici che lo processano.
secondo me è tutto da rifare...

Polìscor ha detto...

Hai ragione, le famiglie (o quel che ne rimane) fanno la loro brava parte in questo scempio.
La scuola è considerata un baby-parking, dove si paga e si pretende un servizio ad ore.