Aborto e vita
Senza alcuna velleità nel voler esaurire un argomento così complesso e controverso in due righe, la storia raccontata dai giornali di oggi mi pone di fronte ad una domanda dalla quale non si scappa.
Me la pongo dopo aver riportato uno stralcio dell'articolo:
La legge 194 prevede che l'interruzione volontaria di gravidanza dopo i 90 giorni possa essere praticata se c'è un grave pericolo per la vita della donna oppure se sono stati accertati processi patologici "tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna". È ovviamente un medico a dover certificare l'esistenza di questi problemi. Cosa avvenuta nel caso della donna fiorentina. Ma la legge dice anche che "quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto, l'interruzione della gravidanza può essere praticata solo nel caso di cui alla lettera a) dell'articolo 6 (cioè se c'è il grave pericolo per la donna, ndr) e il medico che esegue l'intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto". È ciò che è successo a Firenze. Chi era in sala per fare l'interruzione di gravidanza ha visto che il feto era vivo, il cuore continuava a battere. Così ha chiamato un pediatra della terapia intensiva neonatale che ha rianimato il bambino. Il piccolo pesa 500 grammi ed ora è ricoverato al Meyer (a Careggi non c'era posto) dove disperano di salvarlo. Le sonde che sono state messe nel suo organismo hanno rivelato che non c'è alcuna atresia dell'esofago.Al di là dell'errore di diagnosi (comprensibile e scusabile), quello che non si capisce è: ma 'sto feto è "vivo" o no? Perché se non lo è, che deve "salvaguardare" il medico? E se invece lo è, perché lo si uccide? Come mai un attimo prima di essere tirato fuori dall'utero è un feto passibile di aborto e un attimo dopo è un "bimbo" (come scritto nell'articolo) la cui vita è da "salvaguardare con ogni misura"?
C'è qualcosa che non torna.
**UPDATE**
Non ce l'ha fatta. Il feto/bimbo (si decidessero) è morto (anche qua si decidessero) per complicanze cardiocircolatorie.
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