mercoledì, maggio 14, 2008

Six Degrees

Incredibile a dirsi, Travaglio è riuscito nell'impresa che nessuno avrebbe mai immaginato: inimicarsi un collega di tutto rispetto come Giuseppe D'Avanzo. Che, in quanto a giornalismo d'assalto, di gusto spesso discutibile, è ben noto non essere secondo a nessuno, assieme al collega Bonini.


Complice l'attacco a testa bassa alla "casta" dei giornalisti (come se lui, Travaglio, fosse un fruttivendolo) perpretato assieme a Beppe Grillo ed ai suoi autori (Gomez, ecc.), D'Avanzo s'è sentito evidentemente punto sul vivo ed ha dato voce a ciò che tutte le persone minimamente oneste intellettualmente sanno, e cioè che Travaglio la fa costantemente fuori dal vasino. Del resto si sa: quando deve essere mandato in stampa un nuovo libello, serve un po' di palcoscenico.
Insincero, qualunquista, giornalista disonesto, mosso da interessi commerciali particolari, autore di spettacolini pirotecnici, vile, grossolano, cinico manipolatore, avvezzo a storti espedienti, secernente veleno: non ci è andato leggero, D'Avanzo, come del resto ci si poteva aspettare da uno del suo calibro. Ma va anche oltre: mette in campo una cosa nella quale è molto abile, lo scavare nella vita altrui per pescarne le magagne. Ed infatti, scava scava, trova una bella "collusione mafiosa" a scoppio ritardato pure per Travaglio, del tutto simile a quella che quest'ulitmo ha usato per diffamare Schifani.

Viene in mente la teoria dei Sei Gradi di Separazione, secondo la quale al massimo cinque "intermediari" di qualsiasi tipo separano qualsiasi essere umano da qualsiasi altro: siamo tutti mafiosi, dunque, "ma anche" tutti papi, centometristi, minatori, precari, parenti di Jean-Cyril Spinetta, aborigeni e vicini di casa di Travaglio. Con la differenza che quest'ultimo è riuscito ad estenderla anche nel tempo, oltre che nello spazio.
Miracoli del travaglismo.

**UPDATE del 15/05**
Travaglio ha risposto a D'Avanzo dalle pagine de La Repubblica (casa comune dei due), e lo ha fatto visibilmente "contrariato" e buttando all'aria quell'aura di impassibilità che si era faticosamente e meticolosamente costruita in TV, dove tutto era sotto il suo controllo.
La scomposta reazione per la serie "lei non si permetta di..." mostra in tutto il suo splendore il travaglismo applicato allo stesso Travaglio e chiude la questione una volta per tutte. Adieu.

[Immagine: da Wikipedia]

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi ricordo quando Sgarbi una volta l'ha apostrofato: Travaglio fu ridotto alla balbuzie.
Che pena e pietà.

Comunque sia, tira un'aria di giustizialismo tale per cui tutti dobbiamo cominciare a temere di aver persino inconsapevolmente prenotato il posto su un intercity accanto a un pregiudicato.
Ma voi ci state?

Roby