martedì, febbraio 24, 2009

Diamo i numeri

Ci risiamo. Come ogni anno, in occasione della tavola rotonda "Violenza sulle Donne" organizzata dal Ministero degli Interni, i media si affrettano a puntualizzare che "solo il 7,8% degli stupri è commesso da romeni".

Tocca ripetersi. Anche un bradipo poco ferrato in aritmetica arriva a capire che si stanno confrontando mele con pere, ma i pennivendoli di casa nostra non ci arrivano: se si parla della totalità dei reati di violenza sessuale con stupro perpretati sull'intero territorio nazionale e sull'intera popolazione italiana non si può prendere il primo numero che capita (il 7,8%) e dire che "è piccolo". Piccolo rispetto a cosa?
La popolazione romena in Italia è pari a 625.278 unità, è cioè l'1,05% del totale. Gli stupri denunciati nel 2008 sono stati 4637, quindi quelli compiuti da romeni sono 361; il che significa che c'è - in media - uno stupratore conclamato ogni 1732 romeni (donne, bambini e ultranovantenni inclusi). E uno ogni 20207 italiani.
Sono questi sono i numeri da confrontare: le incidenze degli stupratori sulle popolazioni. Lo 0,005% per gli italiani, lo 0,06% per i romeni, un rapporto 1:12. Per ogni stupratore italiano ce ne sono, in Italia, dodici romeni. Donne, bambini e ultranovantenni inclusi. Altro che "solo il 7,8%".

lunedì, febbraio 23, 2009

Le certezze dell'ignoranza

«La Nasa, ente spaziale americano, lancera' domani un satellite che avra' il compito di misurare la presenza dell'anidride carbonica sulla Terra, principale responsabile dell'inquinamento nell'atmosfera. L'obiettivo e' quello di fornire, orbitando intorno alla Terra, informazioni tali da aiutare gli scienziati a capire come e dove si disperdano le tonnellate di anidride carbonica prodotte ogni giorno dall'inquinamento terrestre. Secondo gli esperti, ogni anno vengono emesse nell'atmosfera circa 30 miliardi di tonnellate di CO2. Circa la meta' restano sospese nell'atmosfera, mentre l'altra meta' scompare. Il lancio dell' Orbiting Carbon Observatory e' in programma domani dalla California.»


Ecco un pregevole pezzo di giornalismo pseudo-scientifico e disinformativo, oltre che supponente e fuorviante.
Partiamo dalle certezze espresse nel lancio Agr riportato così pedissequamente dal Corriere della Sera: l'anidride carbonica è la "principale responsabile dell'inquinamento nell'atmosfera", ma anche "il prodotto dell'inquinamento terrestre". Che facciamo, lanciamo una veltroniana monetina?
La seconda certezza: "metà della CO2 rimane 'sospesa' nell'atmosfera, l'altra metà 'scompare'". Ma che scienziati preparati, che ci sono: sono decenni che "studiano" l'inquinamento atmosferico, il riscaldamento globale (che trent'anni fa era raffreddamento, ma fa nulla), le scorregge delle mucche che producono metano, i buchi nell'ozono, e ancora non hanno trovato dove "scompaiono" ogni anno 15 miliardi di tonnellate di CO2?
Magari se 'sti "esperti" di cui parla il lancio aspettassero i risultati delle indagini proprio del satellite del quale si parla, invece di basarsi - com'è accaduto finora - sulle stazioni di rilevazione sparse un po' per tutto il globo, per lo più vicino ai centri abitati, usate da cani e porci senza un protocollo comune... magari riuscirebbero a far quadrare i conti tra le misurazioni della CO2, i cicli climatici, quelli solari, l'andamento della popolazione rispetto all'allevamento ed all'agricoltura intensivi, lo scioglimento o l'aumento dei ghiacci polari. Conti che, finora, non quadrano proprio per nulla; tranne che per i pochi fortunati che sull'ignoranza ci campano e, a volte, ci vincono pure i premi Nobel.

***UPDATE 24/02 17:14 ***
Il vettore che trasportava il satellite verso l'orbita terrestre non s'è separato dal payload e tutta la baracca è finita in mare, assieme ai 278 milioni di dollari serviti per costruirla.

sabato, febbraio 21, 2009

Ma dove l'ho già visto?

Scovate le dieci piccole differenze tra il vecchio e lo stravecchio. La base del defunto Pd ha di che gongolare, bravi, bene, bis.

Ascoltare la base

L'84% dei lettori del Corriere (quindi, in buona parte appartenenti alla base elettorale del Pd) vuole il congresso subito: i vertici in conclave solenne, come di consueto, fanno l'esatto opposto.

Poi dici che non li votano.

«Candidarmi? Mai!»

Lo disse anche un certo Antonio Di Pietro.

giovedì, febbraio 19, 2009

Sotto col prossimo

Osservate il sondaggio comparso oggi sul sito Internet del Corriere, è qui a lato (fate click sull'immagine per ingrandirla): la domanda è lapidaria, "Walter Veltroni si è dimesso. Chi vorresti alla guida del Pd?"

Risposte possibili: 19 (DICIANNOVE) nomi pescati nel mazzo delle cariatidi della sinistra italiana (compresi Prodi e Soru, c'è anche la Binetti!), più la voce della speranza, "Un candidato nuovo", bontà loro.
Poi dici che Berlusconi (e con lui l'Italia tutta) li prende per i fondelli con una dose di perfidia davvero notevole: in effetti, si ride per non piangere sulle poche idee ma confuse che albergano a sinistra.

Per pura curiosità, diamo un'occhiata ai risultati del sondaggio (attualmente ci sono circa 32000 voti, non pochi): se un prevedibile 23% scarso vorrebbe il "candidato nuovo" (buona fortuna!), i primi tre classificati (Bersani, Soru e la Finocchiaro) disegnano un netto spostamento a sinistra delle preferenze, totalizzando un rispettabile 33,5% in capo alla corrente dalemiana. Il misero 1,3% racimolato da Piero Fassino (lo ricordiamo: segretario del più grande partito di sinistra pre-Pd), peraltro, la dice lunga sul suo gradimento, nonostante sia ad oggi forse il più papabile (sacrificabile?) per succedere a Veltroni.

mercoledì, febbraio 18, 2009

Semo sempre li mejo

Ecco perché la sinistra perde, e continuerà a perdere ancora a lungo:

«Berlusconi ha vinto una battaglia di egemonia nella società, perché ha avuto i mezzi e la possibilità anche di stravolgere i valori della società stessa, costruendo un sistema di disvalori contro i quali bisogna combattere con coraggio»
Walter Veltroni, 18 febbraio 2008

Sempre il solito vizietto comunista (senza virgolette né doppie 'M'): anche di fronte a scoppole elettorali come quella delle politiche e quella sarda, la certezza che il popolo è fatto da amebe decerebrate rincoglionite dai media del nemico è incrollabile. Trasuda da ogni dichiarazione, dalla più diplomatica a quella più urlata. La sola idea che ci possa essere qualcuno che concepisce il mondo, la società, la vita, la libertà, i diritti in modo diverso dal proprio è semplicemente inconcepibile; e dato che c'è, allora è scemo.

Continuino pure così, se si divertono: ma - prendendo in prestito la bellissima immagine di Paolo Guzzanti - la democrazia ha bisogno di due gambe per correre. Quella destra (che prima non c'era proprio) la dobbiamo a Berlusconi; quella sinistra continuano ad amputarcela.

martedì, febbraio 17, 2009

Antropologicamente diversi

Immaginate la scena: Berlusconi si dimette, lascia il PdL, molla Mediaset e scompare. Scene di giubilo per le strade, rave ad oltranza a piazza SS. Apostoli e piazza S. Giovanni, il Circo Massimo invaso da giovani "senza colore politico" che, ubriachi di felicità, salutano l'alba di una nuova era, gruppi di anarchici rossi spaccano qualche vetrina per non sbagliare, Beppe Grillo si denuda davanti a Montecitorio e canta a squarciagola "O bella ciao" sottobraccio con Di Pietro, nudo pure lui, Scalfaro che dice "ora ci stò!", Repubblica ed il Corriere che escono con edizioni speciali a ripetizione per tre giorni (quanto durano le carnee indette da Veltroni), orge nelle strade, requisite tutte le battone della Salaria per regalare un po' di gioia a chi finora ha sofferto inebetito davanti al Grande Fratello (che è di destra, l'Isola dei Famosi invece è di sinistra), Rutelli che dichiara "gli italiani sanno che ora la crisi non fa più paura", schiere di intellettuali sottoscrivono la Carta della Felicità, un'investitura per acclamazione a Veltroni per aver salvato il paese, la democrazia, la libertà, la pace, il sistema solare ed il pulsante numero 4 del telecomando. Che meraviglia.

  • «Non è bello intromettersi nelle questioni interne di un avversario. Staremo a vedere gli sviluppi» Paolo Bonaiuti
  • «Questione che riguarda la vita interna di un altro partito, ma auspico che l'opposizione comprenda che è il momento di essere costruttiva e di non fare ostruzionismo» Italo Bocchino
  • «È una questione interna al Pd. Siamo soddisfatti per la Sardegna, quando c'è una sconfitta non si infierisce sull'avversario» Roberto Cota (capogruppo Lega alla Camera)
  • «Veltroni è un galantuomo e non era prevedibile altro epilogo, ma queste dimissioni danno tristezza perché archiviano alcune speranze di questa legislatura» Gianfranco Rotondi
  • «Rispettiamo il dibattito in corso nel Pd. Certo il problema è di carattere politico e non ci sembra sia giusto scaricarlo su Veltroni. D'altronde è più comodo trovare un capro espiatorio che risolvere le contraddizioni» Lorenzo Cesa
  • «È un momento delicato per il Pd e occorre avere rispetto per le difficoltà altrui. Il Paese ha bisogno di un dibattito utile e di una opposizione costruttiva: l'augurio è che si possa avere in tempi rapidi» Alessandra Mussolini
E' vero, si è antropologicamente diversi.

Fonda TV islamica anti-pregiudizi, poi decapita la moglie

Nel 2004 Muzzammil Hassan, 44 anni originario del Pakistan (a destra nella foto), stanco dei "pregiudizi" dei quali - a suo dire - i musulmani d'america sarebbero vittime dopo l'11 Settembre, decide di fondare Bridges TV, un network televisivo con base a Buffalo, NY grazie al quale educare le masse statunitensi circa le bellezze dell'Islam e la civiltà dei suoi fedeli/cittadini.

«Questo [gli USA post-11 Settembre, ndr.] non è un buon ambiente per i bambini, quantomeno per crescere bambini, dovrebbe esserci un qualche tipo di media che faccia sì che gli americani sappiano chi sono i musulmani, chi sono gli arabi, e che noi siamo brava gente» ha affermato l'8 novembre 2006 Aasiya Zubair Hassan, 37 anni, moglie di Muzzammil Hassan, parlando della mission del network fondato dal marito.
Il quale amorevole marito, giovedì scorso - il 12 febbraio 2009 - ha pensato bene di decapitarla a causa della richiesta di divorzio avanzata dalla donna che aveva, a sua volta, indotto un giudice a disporre l'allontanamento dell'uomo dal talamo a partire dal 6 febbraio, dal momento che il buon Muzzammil la picchiava ogni santo giorno da anni.
Ora, come tutti sanno, questo per un uomo pio e devoto dell'Islam è un affronto inimmaginabile, e Muzzammil ci ha mostrato che - in effetti - era proprio una brava persona.

L'infinita luna di miele del PdL e la fine del Pd

Non sono bastati i timidi tentativi di "golpe" perpretati dai soliti panzer Di Pietro / Travaglio / Santoro, non sono bastate le difficoltà interne al Pdl in vista delle europee con il ringalluzzimento ciclico della Lega, non è bastata la devastante (ed ancora poco vista) crisi economica, non è bastata l'ondata (molto mediatica) di violenze che le cronache hanno portato nelle case degli italiani, non è bastato Mastella ed il suo inopportuno quanto questionabile ritorno nel centrodestra, non è bastato Fini-capitan-remo-contro-a-prescindere, non è bastato il tempo che - inesorabile - scorre e ci allontana dal trionfo totale alle urne che ha portato al terzo governo Berlusconi. Niente da fare.


In occasione delle elezioni (anticipate) regionali in Sardegna era opinione comune - anche tra molti commentatori di centrodestra - che tutti questi nodi sarebbero venuti al pettine, e che se non avessero determinato una débâcle per il Pdl per lo meno ne avrebbero ridimensionato (e di molto) il vantaggio sul Partito Democratico e - soprattutto - sull'Italia dei Valori.
Ed invece. Una batosta micidiale si è abbattuta sui resti già fumanti e putrefatti del Pd e di qualunque cosa graviti attorno ad esso; una batosta ancor più devastante dal momento che in occasione di questa tornata elettorale si è reincarnato nell'Unione di Prodi, tale e quale, rottami comunisti e verdi compresi. Scommettendo sul passato, rinnegando già se stesso. E perdendo. Ancora.

E' la fine di Veltroni. E' la fine del Pd. E' la fine della sinistra riformista italiana, se mai è nata. Dopo questo risultato, affrontare il nodo spinosissimo della collocazione europea del Pd è semplicemente impossibile, con gli ex-Dl (ex?) già in rotta a causa del caso Englaro e dei suoi strascichi referendari preventivi e gli ex-Ds (ex?) più gli ex-Sinistra Arcobaleno + Verdi + fauna assortita sbudellati dalle urne una volta di più.
Domani già lo si vede: un tutti-contro-tutti a suon di pesci e stracci in faccia con Cacciari che piange amaro, pover'uomo.
E per l'Italia, un altro passo indietro, lontano dal bipolarismo e dal mondo civile. Grazie, signori: grazie di cuore.

venerdì, febbraio 13, 2009

Libera circolazione, ma non troppo

Geert Wilders, il deputato olandese condannato a morte da al Qaeda a causa del cortometraggio Fitna, è da oggi anche ufficialmente bandito dall'ingresso in Inghilterra. La Commissione Europea, ovviamente, s'è affrettata a dichiarare che per essa va tutto bene, anzi.

Anzi, per non apparire sbilanciata troppo verso l'Occidente, la UE intanto pensa bene di fare l'indiana di fronte alle richieste americane di dare una mano con i quasi-ex detenuti a Guantanamo Bay, nei confronti dei quali si sente molto imbarazzata. Imbarazzo e senso di colpa che, nei confronti di Wilders, mancano completamente.
Poi dici che c'è declino.

mercoledì, febbraio 11, 2009

La giusta legge

Mi chiedo quale sia "la legge in grado di evitare drammi come quello appena concluso", come molti si affannano ad auspicare, riferendosi alla vicenda Englaro. Qui c'è un altissimo rischio ipocrisia, a mio avviso, fintantoché non si focalizza quale sia effettivamente il "dramma" del quale si parla.
Ad oggi, l'Italia è sprovvista di una legislazione sul "fine vita"; peraltro, un numero imprecisato di pazienti in gravissime condizioni muore comunque ogni giorno, e non è dato sapere se qualche mano pietosa ha sfilato un sondino da un naso. Eppure, nessuno è mai finito in galera, per semplificare.
Beppino Englaro ha impiegato diassette anni della vita vegetativa della figlia per spingere lo Stato a dotarsi di una tale legislazione, e Governo e Parlamento hanno sempre rifiutato, mentre la Magistratura si rimpallava responsabilità che - evidentemente - non voleva. Domanda: è giusto che sia lo Stato a decidere al posto di Beppino Englaro della vita o della morte della figlia in quelle condizioni? Chi meglio di lui sa in cosa credesse sua figlia, cosa pensasse, come fosse posta nei confronti di una tragedia simile? Quale regolamento, quale comma, quale normativa può sostituirsi all'amore ed alla comprensione profonda di un padre o di una madre o di un figlio o di un fratello o di una moglie?
La risposta più logica è: una legge che lasciasse totale libertà di scelta al paziente od a chi ne fa le veci. Di fatto, in questo caso, come oggi, che non c'è nessuna legge.
Cui prodest, dunque? A cosa sono serviti diciassette anni di calvario di quella povera donna, se l'unico sbocco possibile è una legge che si esprima in una ben precisa direzione (quella di Beppino Englaro, non certo quella della Chiesa, tanto per dirne una)?
E se - putacaso - il Governo ed il Parlamento che dovessero arrivare a legiferare nel merito la pensassero diversamente? Se varassero una legge che mette paletti diversi da quelli che Beppino Englaro voleva per sé e per la figlia? Perché è legittimo presumerlo: il Parlamento è sovrano, ed è fatto da rappresentanti del popolo, non da cloni di Beppino Englaro o di Benedetto Della Vedova. E che succede, in quel caso? Si fa come si vede in questi giorni, si grida al regime cileno? Alla morte della democrazia? All'orrore della politica che mette bocca in questioni che non la riguardano? Allo Stato illiberale che specula sulle disgrazie delle Eluana Englaro di tutta Italia? Al Vaticano/Spectre che tutto controlla e tutto comanda?
E' chiaro che c'è qualcosa che non torna, nel can can che osserviamo in questi giorni. Qualcosa di storto, di fuori posto, di sbagliato, di incoerente. Sono l'opinione pubblica e buona parte degli uomini politici e d'informazione, ad essere confusi.

Non si perpreti l'ipocrisia di chiedere - genericamente - "una legge sul fine vita"; si richieda esplicitamente l'eutanasia (così come si è richiesto - ed ottenuto - l'aborto) e si salvino almeno la coerenza e l'onestà intellettuale. Chiamiamo le cose col loro nome, saremo capiti meglio.

Schizofrenia di Stato e di opinione

Da venerdì scorso, è tutto un coro: la politica non metta bocca nella questione Englaro! Vero, giusto, corretto. Altroché.

Ma, a meno di non fermarsi al gossip perdendo di vista la sostanza delle cose, "la politica" non significa nulla, in questo contesto: chi ha messo bocca nella questione Englaro è stato lo Stato, e scusate il gioco di parole. E lo Stato - giova ricordarlo - non è solo Governo e Parlamento: è anche potere giudiziario. Anzi, in questa storia è soprattutto potere giudiziario.
E chi è che ha armato un casino lungo diciassette anni affinché lo Stato "mettesse bocca" in quelle che si dicono essere "le sue faccende private"? Ecco.
Perché, delle due l'una: o la scelta di far (soprav)vivere o morire Eluana Englaro era esclusivo appannaggio della famiglia, oppure era una responsabilità da condividere con la collettività. Nessuna via di mezzo, il coraggio di una scelta. E Beppino Englaro ha scelto: condividere la responsabilità.
A questo punto, la domanda sorge spontanea: perché uno dei poteri dello Stato è legittimato a raccogliere quella sfida ("mettere bocca"), circa la vita e la morte di tutte le Eluana Englaro, ed un altro no? Quanti Stati ci sono, in Italia?

giovedì, febbraio 05, 2009

Attenzione ad anticipare troppo


Ma attenzione. Quando si dice, da più parti, che "i tempi sono cambiati" e che "i bambini sono stimolati fortemente" a causa della televisione, dei computer, di internet è ovviamente vero; ma questo non deve far pensare che, nello stesso lasso di tempo, gli esseri umani siano "evoluti" in egual misura che la tecnologia e la società.
Il cervello di un bambino è sostanzialmente lo stesso di duecento anni fa, i tempi dell'evoluzione sono millenari, non certo in punta di decennio. Di conseguenza, non è assolutamente detto che a parità di stimoli vi siano corrispondenti reazioni correttamente commisurate alle fasi dello sviluppo cognitivo del bambino. Anzi.
E' vero, si dice, che i bambini vanno valutati caso per caso: ma questa non è una novità, da sempre ci sono il "genietto" ed il "tardone", fa parte della natura. Ma, complessivamente, se la scuola (ed i genitori, e la politica) pensa di modificare le modalità di somministrazione delle nozioni e dei concetti unicamente in base alla velocità con la quale questi sono reperibili, sbaglia di grosso! A cinque anni, mediamente, un bambino ha ancora un prevalente bisogno primario: giocare. E giocare in casa, con gli amichetti, con i nonni. E' importantissimo, serve per scoprire e scoprirsi, determinare i propri e gli altrui limiti, stabilire il modo col quale relazionarsi con il mondo: e sono cose che il bambino deve scoprire da sé, in modo quasi "fisico", aiutato e guidato unicamente dall'amore dei genitori e dal calore di casa.
Invece, spesso, la scuola primaria tende a trattare i bambini di cinque/sei anni come fossero alle medie, e questo è fonte di ansia sia per loro che per i genitori; e, in definitiva, non si gettano le basi corrette per un individuo equilibrato, con tutte le conseguenze che questo comporta per la società.

mercoledì, febbraio 04, 2009

Eluana Englaro, viva

«Lei è una donna. Una donna di trentotto anni: ha la mia stessa età. Ha il ciclo mestruale come ogni donna. Apre gli occhi di giorno e li chiude la notte. Respira benissimo e da sola, serenamente. Il suo cuore batte da solo, tenace e forte. Ci sono momenti nei quali forse sorride e altri nei quali forse socchiude gli occhi. Ma quanti sanno davvero che Eluana non è attaccata a nessuna macchina? Quanti sanno che nella sua stanza non c’è un macchinario, ma due orsacchiotti di peluche sul suo letto? Che non ha una piaga da decubito? Che in diciassette anni non ha preso un antibiotico?»


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martedì, febbraio 03, 2009

Quei miserevoli mille Euro

Che Giovanni Petrali, il tabaccaio milanese che nel 2003 sparò ed uccise un rapinatore e ne ferì un altro, abbia esagerato di fronte alla legge è un fatto pressoché pacifico. Magari di fronte al senso comune, ampiamente stressato dai livelli di criminalità raggiunti nel nostro Paese, lo è un po' di meno; ma di fronte alla legge, quasi certamente lo è (la sentenza è attesa a breve). Del resto, correre dietro ai due sparando otto colpi con una pistola in mezzo alla strada, brandendo una scopa con l'altra mano, e poi quasi ballare attorno al cadavere di uno dei due esultando ed insultando quello sopravvissuto, il tutto ormai a duecento metri dal luogo della rapina, se da un lato può far stare meglio (sempre feccia è, in fondo), dall'altro è... come dire... leggermente fuori dalle regole.

Ma quando un pubblico ministero, motivando la sua richiesta a nove anni e mezzo di carcere per il Petrali, dice testualmente: «[i due] se ne stavano andando con i loro miserevoli mille euro», la domanda sorge spontanea. E se invece di mille gli euro erano diecimila? Allora Petrali sarebbe stato più nel giusto? E se invece erano dieci?
Forse mille euro al pm non fanno né caldo né freddo, ma per Giovanni Petrali erano l'incasso di almeno una giornata di lavoro; e vederseli rubare da due rifiuti che l'hanno anche pestato ed insultato non dev'essere stato divertente. Forse il pm voleva essere spiritoso, forse intendeva dire che in fondo è stata una ragazzata, e che saranno mai miserevoli mille euro! Finire ammazzati per miserevoli mille euro!
Metterla sul piano della quantità è pericoloso. Fossero stati anche dieci Euro, di bottino, una rapina è una rapina.

Immagine: Repubblica.it

lunedì, febbraio 02, 2009

Il Sobbalzo è uguale per tutti

C'era una volta la Legge. Poi venne Travaglio, e fu il Sobbalzo.

«Noi che eravamo in piazza saremmo sobbalzati tutti quanti se la critica di Di Pietro [dare del mafioso al Presidente della Repubblica, ndr.] avesse veramente associato quella definizione al capo dello stato», dice Marco Travaglio. Ovviamente, per il manettaro più famoso e pagato d'Italia sono tutti colpevoli tranne gli amici suoi, e Di Pietro - lo abbiamo saputo dalla sua viva voce - "amico suo" lo è. Difatti, Travaglio non ha sobbalzato, e - cribbio - un motivo ci sarà.
E allora, giudichiamo l'eloquio sciolto e forbito con le nostre (povere) orecchie, vediamo un po' a chi era indirizzato l'epiteto:



Qualcuno ha sobbalzato?

***UPDATE del 3/2 ore 14:26***
Di Pietro è iscritto nel registro degli indagati, uscirà dal partito? Divertente.

domenica, febbraio 01, 2009

L'abbiamo perso

Povero Walter. Ora che ha finalmente capito che prendersela con Berlusconi non fa che portare altri volti al Pdl, che prendersela con Di Pietro è controproducente, che prendersela con D'Alema è masochista, che prendersela con i giudici non è nelle sue corde... finalmente libero da tutti questi impegni di alta opposizione politica, ha deciso di darsi al cazzeggio tout court ed ha lanciato nientemeno che la sua "Rivoluzione Verde".

Un patetico polpettone al pistacchio che, nei canonici Dieci Punti, tocca tutti gli argomenti di plastica dell'ambientalismo tanto al chilo, senza uno straccio di cifra a corredo se non il solito, roboante "un milione di posti di lavoro".
«Oggi il Pd è il partito di un ecologismo moderno, che ha dentro di sé il Dna del riformismo. L’ambiente è il cuore del progetto politico del Partito democratico.» Strano: avremmo giurato che fosse l'Italia e la sua salvezza dal berlusconismo e dallo strapotere delle destre, il "cuore del progetto politico" del Pd. Ci saremo sbagliati, chissà.