giovedì, febbraio 05, 2009

Attenzione ad anticipare troppo


Ma attenzione. Quando si dice, da più parti, che "i tempi sono cambiati" e che "i bambini sono stimolati fortemente" a causa della televisione, dei computer, di internet è ovviamente vero; ma questo non deve far pensare che, nello stesso lasso di tempo, gli esseri umani siano "evoluti" in egual misura che la tecnologia e la società.
Il cervello di un bambino è sostanzialmente lo stesso di duecento anni fa, i tempi dell'evoluzione sono millenari, non certo in punta di decennio. Di conseguenza, non è assolutamente detto che a parità di stimoli vi siano corrispondenti reazioni correttamente commisurate alle fasi dello sviluppo cognitivo del bambino. Anzi.
E' vero, si dice, che i bambini vanno valutati caso per caso: ma questa non è una novità, da sempre ci sono il "genietto" ed il "tardone", fa parte della natura. Ma, complessivamente, se la scuola (ed i genitori, e la politica) pensa di modificare le modalità di somministrazione delle nozioni e dei concetti unicamente in base alla velocità con la quale questi sono reperibili, sbaglia di grosso! A cinque anni, mediamente, un bambino ha ancora un prevalente bisogno primario: giocare. E giocare in casa, con gli amichetti, con i nonni. E' importantissimo, serve per scoprire e scoprirsi, determinare i propri e gli altrui limiti, stabilire il modo col quale relazionarsi con il mondo: e sono cose che il bambino deve scoprire da sé, in modo quasi "fisico", aiutato e guidato unicamente dall'amore dei genitori e dal calore di casa.
Invece, spesso, la scuola primaria tende a trattare i bambini di cinque/sei anni come fossero alle medie, e questo è fonte di ansia sia per loro che per i genitori; e, in definitiva, non si gettano le basi corrette per un individuo equilibrato, con tutte le conseguenze che questo comporta per la società.

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