Carlos parla, gringo
Questa notizia, fatta passare sotto sostanziale silenzio dalla stampa allineata e coperta di casa nostra, è invece molto importante. Per la prima volta quella che fino ad oggi è stata solo una diceria, una teoria "eretica", quasi una leggenda metropolitana scontratasi quotidianamente contro la corazzata della certezza storica, ebbene per la prima volta trova una conferma "autorevole", forse si squarcia un velo o - quanto meno - si semina un dubbio.
Carlos afferma, come s'è sempre sospettato, che la Mambro e Fioravanti non c'entrano nulla con la strage di Bologna, ma che c'entra eccome il terrorista tedesco Thomas Kram, da sempre sospettato di coinvolgimento a causa della sua permanenza in albergo di fronte alla stazione proprio nella notte precedente l'attentato. E c'entrano, come s'è sempre sospettato, i traffici di armi dall'Iraq di Saddam Hussein alla Palestina, che avevano nell'Italia un fondamentale crocevia franco, grazie ad un accordo di sostanziale immunità agli attentati in cambio del supporto logistico. E quindi, c'entrano eccome i servizi segreti ed i governi dell'epoca, che non solo sapevano, ma attivamente agivano.
Che, quindi, quella che fu fatta passare subito come una comoda "strage neofascista" in realtà sarebbe da inquadrarsi in un ben più ampio e complesso gioco di cappa e spada a livello mondiale, non certo una novità per il nostro strategicamente piazzato paese, nel quale il governo di allora giocò un ruolo di primo piano.
E' pacifico che una tale verità (se tale è) farà una fatica immane a venire a galla: troppi anni sono passati, troppe stratificazioni culturali hanno sepolto la memoria storica ed hanno sugellato le vere o presunte responsabilità. Ma ci sono persone che sono in galera per quell'eccidio e persone che non sono in galera per lo stesso motivo. Sono giusti i ruoli? Sicuri sicuri?
Nessun commento:
Posta un commento