Blacklist: scuola elementare "Iqbal Masih" di Roma
Se ci sono due cose che da queste parti proprio non si sopportano sono le liste di proscrizione (leggasi: appelli al boicottaggio) tanto in voga nei pecoroni in stile grillino e le celebrazioni melense e retoriche della serie "un minuto di silenzio", buone solo per gratificare la propria coscienza sporca come un'elemosina data ad uno zingaro.
Ma oggi ci si vede costretti a fare un'eccezione, visto che in ballo ci sono mali ben peggiori. Capitando su questo post di Daw sale automaticamente la carogna. Uno, perché si tratta di una scuola elementare, un punto debolissimo e dolorosissimo per la nostra società, luogo di proliferazione di uno dei peggiori cancri che abbia mai sviluppato, la casta dei dipendenti pubblici comunisti ma col 100% di gradi di libertà riconosciuta da innumerevoli leggi non scritte, e guai a chi fiata. Due, perché si tratta proprio di una degna rappresentante di questa fauna malefica, impegnatissima a sguazzare nel brodo vergine delle menti da forgiare deviandole mortalmente instillando in esse (e in quelle bacate dei rispettivi genitori) i semi pelosi della sfiga e del fallimento. E tre, infine, perché il tutto avviene a discapito anche (e soprattutto) di quello scampolo di amor di Patria e di civiltà che ancora - miracolosamente - evitano all'Italia di scivolare nella guerra civile.
La sola ed assoluta colpevole di tutto ciò - in questo frangente - è tale Simonetta Salacone, preside (alcuni si ostinano a dire "direttrice didattica") della sfigatissima scuola elementare "Iqbal Masih" che si trova in via Francesco Ferraironi 38, a Roma (zona Centocelle).
Sfigatissima a partire dal nome: ma miseriaccia infame, ti pare che un ragazzino di sei anni debba mettersi a piangere per non saper pronunciare il nome della propria scuola, solo perché qualche imbecille ha avuto la geniale pensata di intitolarla ad un ragazzino pachistano? Centocelle sta in Italia, maledizione! Intitolatela a Mario Rossi, se proprio dovete intitolarla a qualcuno!
Sfigatissima, poi, a causa della suddetta preside: una che per il suo attivismo politico conclamato e pubblicamente esibito con insistenza (e con la complicità amplificatrice dei solti media allineati) dovrebbe essere cacciata a calci dal posto che occupa: o fai l'insegnante o fai il comunistello da piazza, scegli. Le due cose sono gravemente incompatibili, e non c'è bisogno di tirare in ballo la pedagogia (quella vera, non quella rossa e deviata) per dimostrarlo.
Cos'è che diceva il Ministro Brunetta? Ecco. Cominciamo col dargli (e darci) una mano evitando come la peste la scuola comandata da quella donna: grazie al Cielo è possibile scegliersi la scuola a proprio piacimento, non ci sono vincoli se non quello della ricettività in termini di posti disponibili. Chi abita da quelle parti si guardi attorno: ci sono altre scuole nelle vicinanze, non rischiate le qualità civiche e mentali dei vostri figli mandandoli a pascolare come pecore in quel pantano di ideologie ed ignoranze, che là non c'è proprio nulla per loro. Nulla di buono, per lo meno.
Ma oggi ci si vede costretti a fare un'eccezione, visto che in ballo ci sono mali ben peggiori. Capitando su questo post di Daw sale automaticamente la carogna. Uno, perché si tratta di una scuola elementare, un punto debolissimo e dolorosissimo per la nostra società, luogo di proliferazione di uno dei peggiori cancri che abbia mai sviluppato, la casta dei dipendenti pubblici comunisti ma col 100% di gradi di libertà riconosciuta da innumerevoli leggi non scritte, e guai a chi fiata. Due, perché si tratta proprio di una degna rappresentante di questa fauna malefica, impegnatissima a sguazzare nel brodo vergine delle menti da forgiare deviandole mortalmente instillando in esse (e in quelle bacate dei rispettivi genitori) i semi pelosi della sfiga e del fallimento. E tre, infine, perché il tutto avviene a discapito anche (e soprattutto) di quello scampolo di amor di Patria e di civiltà che ancora - miracolosamente - evitano all'Italia di scivolare nella guerra civile.
La sola ed assoluta colpevole di tutto ciò - in questo frangente - è tale Simonetta Salacone, preside (alcuni si ostinano a dire "direttrice didattica") della sfigatissima scuola elementare "Iqbal Masih" che si trova in via Francesco Ferraironi 38, a Roma (zona Centocelle).
Sfigatissima a partire dal nome: ma miseriaccia infame, ti pare che un ragazzino di sei anni debba mettersi a piangere per non saper pronunciare il nome della propria scuola, solo perché qualche imbecille ha avuto la geniale pensata di intitolarla ad un ragazzino pachistano? Centocelle sta in Italia, maledizione! Intitolatela a Mario Rossi, se proprio dovete intitolarla a qualcuno!
Sfigatissima, poi, a causa della suddetta preside: una che per il suo attivismo politico conclamato e pubblicamente esibito con insistenza (e con la complicità amplificatrice dei solti media allineati) dovrebbe essere cacciata a calci dal posto che occupa: o fai l'insegnante o fai il comunistello da piazza, scegli. Le due cose sono gravemente incompatibili, e non c'è bisogno di tirare in ballo la pedagogia (quella vera, non quella rossa e deviata) per dimostrarlo.
Cos'è che diceva il Ministro Brunetta? Ecco. Cominciamo col dargli (e darci) una mano evitando come la peste la scuola comandata da quella donna: grazie al Cielo è possibile scegliersi la scuola a proprio piacimento, non ci sono vincoli se non quello della ricettività in termini di posti disponibili. Chi abita da quelle parti si guardi attorno: ci sono altre scuole nelle vicinanze, non rischiate le qualità civiche e mentali dei vostri figli mandandoli a pascolare come pecore in quel pantano di ideologie ed ignoranze, che là non c'è proprio nulla per loro. Nulla di buono, per lo meno.
6 commenti:
E poi, hai voglia a dare tutti addosso a Brunetta. E' palese che abbia ragione. E mi pare che le testimonianze ci sono, no?
Haivoglia, se ce ne sono. Anche peggiori di questa.
Ma il vento sta cambiando, anche se troppo, troppo lentamente.
Piuttosto, ricordiamo come è stata trattata il ministro Gelmini la settimana passata quando denunciò (come se ce ne fosse bisogno) la presenza di "sacche politiche" all'interno del personale scolastico.
Ecco, qui ne abbiamo un fulgido esempio. Qualcuno se la sente ancora di negare? Oh si, ci saranno sempre...
Grazie della segnalazione, mi hai fatto scoprire la storia di Iqbal Masih (su wikipedia). Spero che gli vengano intitolate molte altre scuole in Italia e nel mondo e se avrò un figlio cercherò di mandarlo lì solo per il nome (scherzo, eh...). Più facile da imparare, ad esempio, della Pio XII in via Casilina 767:
"Papà, come si chiama la scuola?"
"Icbal Masi."
"E perchè ha un nome così strano?"
"Perchè era un bambino straniero. Se non riesci a pronunciarlo dì che vai alla Masi."
Oppure:
"Papà, come si chiama la scuola?"
"Pio dodicesimo."
"E perchè c'è scritto Pio chissii?"
"Perchè csii è un numero romano, che sta per dodici."
"E cosa sono i numeri romani?"
"Sono i numeri che usavano gli antichi romani prima di usare quelli che abbiamo ora."
"E perchè chissii è dodici?"
"Perchè x vale dieci e i vale uno, quindi ics+i+i vale dieci+uno+uno che fa dodici."
"E perchè non scrivono dodici?"
"Bello di papà, vai a giocare con gli amichetti..."
Il post citato è di Daw
non di voxpopuli!
Hai ragione, ho corretto.
Grazie :-)
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