mercoledì, marzo 10, 2010

Il panino di Milioni: la versione ufficiale del Pdl

Dalla pagina Facebook del PdL:



Il premier ha spiegato che il Popolo della Libertà reagisce “alla assoluta disinformazione che è stata data sulle vicende inerenti la presentazione delle liste. Voglio dare una ricostruzione fedele e incontrovertibile dei fatti, depurati da tutte le versioni inveritiere ed interessate diffuse da certa stampa”.
“È stata violata la legge che prevede il completamento di tutte le operazioni di registrazione delle liste da parte di coloro che si trovano all’interno degli uffici circoscrizionali entro l’orario stabilito”.
“I nostri rappresentanti si trovavano all’interno degli uffici ben prima del termine previsto. Ecco la cronistoria dei fatti avvenuti sabato 27 febbraio, all’atto della presentazione della lista Provinciale di Roma del PdL”.
“Dico subito – ha sottolineato il Premier - che in quello che è accaduto non vi è stata alcuna responsabilità riconducibile ai nostri dirigenti e ai nostri funzionari. Dalla ricostruzione che mi accingo a farvi si evince con chiarezza che ai delegati PdL del Lazio è stato impedito di presentare le liste con comportamenti ed atti ben precisi”.
Ore 11,35: ingresso in tribunale dei presentatori della lista del Pdl, documentato dalla certificazione della registrazione all’ingresso del signor Giorgio Polesi + 3 persone delegato per la presentazione delle liste.
Ore 11,40 circa: arrivo davanti alla cancelleria (stanza 23, palazzina A), dei delegati presentatori, con relativa documentazione contenuta, per quanto attiene alle firme autenticate sotto le liste, in uno scatolone. Circostanza documentata da n° 3 dichiarazioni giurate (Laura Santarelli, giornalista Rai, Juri Antoniozzi e la prof.ssa Maria Marescotti), mediante verbale di assunzione di informazioni ai sensi dell’articolo 391 bis cpp. 
Solo uno dei due presentatori del Pdl (così come richiesto dalla Forza pubblica per motivi di spazio), Giorgio Polesi, si pone materialmente in fila dietro la porta della Cancelleria, mentre l’altro, Alfredo Milioni, staziona nelle vicinanze.
Poco dopo le ore 12: un componente dell’Ufficio centrale circoscrizionale, di sesso maschile esce dalla cancelleria e si limita a chiedere ad alta voce, a chi è ancora in attesa per presentare le liste, di alzare la mano. Giorgio Polesi, rappresentante del Pdl, alza la mano, insieme ai rappresentanti delle altre liste in attesa. Nessuno del predetto Ufficio (e nemmeno delle Forze dell’ordine) verbalizza o, almeno, identifica i presentatori delle liste in attesa, come invece avviene normalmente in simili casi. 
Ore 12,30 circa: Mentre uno dei presentatori della lista Pdl, Giorgio Polesi, rimane in fila con tutta la documentazione, l’altro, Alfredo Milioni, che si è allontanato dalla vicinanza della porta della Cancelleria, fa ritorno con l’obiettivo di dare il cambio al collega che era in fila da un’ora. A questo punto, non appena i due sono insieme davanti alla porta della Cancelleria, da parte dei rappresentanti di altre liste, in particolare dei Radicali, viene inscenata una gazzarra, senza mai mettere in dubbio la perdurante presenza del Pdl nella fila, con la scusa che fosse in corso un atto illegittimo di manomissione delle liste. Fatto non solo del tutto inesistente, ma anche materialmente impossibile, atteso che ogni eventuale modifica avrebbe dovuto riguardare anche i 248 atti separati, prestampati a macchina, contenuti nel contenitore appoggiato alla porta e pacificamente mai toccato, come risulta anche dai filmati messi in onda dagli stessi Radicali. 
La gazzarra, a quel punto, costringeva i contendenti a spostarsi di qualche metro, anche per l’intervento della Forza pubblica che cercava di separare gli uni dagli altri. Poiché veniva impedito violentemente (in particolare dai Radicali che si sdraiavano anche a terra) ai due rappresentanti del Pdl di riportarsi vicino alla documentazione lasciata dietro la porta della Cancelleria, Milioni e Polesi chiedevano alle Forze dell’ordine l’intervento di un magistrato dell’Ufficio. Cosa che avveniva. 
Con loro grande sorpresa, il Presidente dell’Ufficio centrale circoscrizionale, dott. Durante, appoggiato dalla dott.ssa Anna Argento anziché ristabilire l’ordine e consentire anche ai delegati del Pdl la pacifica permanenza nella fila di attesa, decideva incredibilmente di escluderli, asserendo che si trovavano oltre una linea segnata sul pavimento e larga un centimetro che avrebbe avuto il significato di delimitare l’area di attesa, fino a quel momento mai definita in alcun modo, e comunque mai comunicata ai delegati interessati, che infatti circolavano liberamente. 
Ore 12,40 circa: Alle rimostranze dei due, la dott.ssa Argento, anziché motivare la decisione, prospettava vari argomenti del tutto infondati sulla parità tra le liste, piccole o grandi, che suscitava applausi e grida sguaiate di approvazione da parte dei Radicali. 
A quel punto, veniva data disposizione alle Forze dell’ordine di impedire l’avvicinamento alla Cancelleria dei delegati della lista del Pdl inopinatamente “espulsi”. Il presidente Durante faceva solo allora formare un cordone di polizia e di carabinieri per delimitare l’area, mai prima di quel momento ufficialmente definita. 
Vista la situazione, i due rappresentanti del Pdl chiedevano telefonicamente l’intervento del responsabile nazionale dell’ufficio elettorale del Pdl, on. avv. Ignazio Abrignani, che giunto subito sul posto poco prima delle 14, tentava inutilmente di far accettare comunque dall’Ufficio la presentazione della lista, anche con tutte le riserve del caso che l’Ufficio avesse voluto annotare, così come impongono le norme elettorali. Prima di lui erano arrivati i responsabili regionali del PdL on. Pallone e on. Sammarco, che avevano inutilmente fatto lo stesso tentativo.
Ore 14,10 circa: La Forza pubblica intimava a tutti i rappresentanti del Pdl, dietro disposizione dell’Ufficio, di allontanarsi definitivamente dall’area, invitandoli addirittura ad uscire dal Tribunale. 
Ore 14 e 15 circa: Convinto dell’arbitrarietà dell’intimazione, il responsabile elettorale del PdL on. Abrignani insiste vigorosamente sull’inaccettabilità delle distinzioni dell’Ufficio ma viene chiamato dal prefetto di Roma, evidentemente informato dei fatti, che lo invita a desistere da ogni azione di forza tesa ad ottenere comunque l’ingresso in cancelleria. Il prefetto, nella conversazione telefonica con Abrignani, asserisce di aver avuto dal Presidente dell’Ufficio centrale circoscrizionale, dott. Durante, precisa assicurazione che tutto sarebbe stato sanato a seguito di un ricorso, che consigliava di presentare tempestivamente allo stesso Ufficio.
Il contenitore con la documentazione relativa alle firme continuava a rimanere davanti alla porta della Cancelleria, nell’area dove continuava ad essere impedito l’accesso ai delegati del Pdl. 
Ore 17 circa: viene presentato il ricorso presso la stanza dell’Ufficio circoscrizionale. Nell’atto viene elencato il materiale contenuto nello scatolone.
Ore 17,30 circa: E’ finalmente possibile recuperare lo scatolone, che viene consegnato dai Carabinieri, i quali altrimenti lo avrebbero depositato, a loro dire, nell’ufficio oggetti smarriti quale res derelictae, a seguito di istruzioni della dott.ssa Argento. 
Ore 17,40 circa: Dopo l’avvenuta presentazione del ricorso, il contenitore della documentazione (“lo scatolone”) viene definitivamente consegnato al piano superiore, presso il Comando dei Carabinieri del Tribunale, dov’è stato inventariato dettagliatamente, come risulta dal verbale di repertamento redatto dal Nucleo investigativo del Reparto operativo, VI sezione, appositamente intervenuto. L’inventario corrisponde esattamente a quanto dai delegati indicato alle ore 17 nel ricorso. L’attesa dell’intervento del Reparto di cui sopra, non presente in Tribunale e chiamato appositamente dal ten. col. Fabrizio Di Simio, comandante del reparto Carabinieri del Tribunale, si è protratta per poco meno di due ore e solo alle 19 e 30, terminate le operazioni di inventario, veniva redatto il verbale sottoscritto dai delegati Polesi e Milioni, dall’on. Piso (coordinatore regionale del Pdl, successivamente intervenuto) e dall’on. Abrignani. E’ pertanto privo di ogni fondamento (ammesso che possa essere influente) il rilievo fatto dal Tar circa il tempo intercorso tra il prelevamento dei documenti presso la cancelleria e l’arrivo al piano superiore presso il Comando dei Carabinieri.
“In conclusione, sin dalle ore 11 e 40 i rappresentanti del Pdl erano davanti alla cancelleria dell’Ufficio centrale circoscrizionale, dove sono rimasti ininterrottamente con la documentazione fino alla loro inopinata esclusione e alla gazzarra inscenata dai Radicali”. 
“Ore 12.40 circa: La documentazione ripresentata questo lunedì, 8 marzo, è necessariamente e documentatamene la stessa che era in possesso dei delegati del PdL all’ingresso in tribunale. E’ stato frutto di un marchiano errore da parte dell’Ufficio circoscrizionale il non aver registrato gli arrivi entro le ore 12 dei presentatori delle liste in attesa”.
“E’ sicuramente, a nostro avviso, frutto di una decisione grave avere impedito (eventualmente con qualsiasi annotazione di riserva) la presentazione della lista Pdl con motivazioni non condivisibili e prive di fondamento giuridico”. 
“E’ inoltre del tutto difforme dal vero quanto affermato su alcuni quotidiani, secondo i quali fino alle ore 20 successive alla predetta esclusione nessuno del Pdl si sia presentato in cancelleria, come risulta invece per “tabulas” dal ricorso presentato alle ore 17 e come possono documentare gli stessi rappresentanti delle Forze dell’ordine, e che avevano impedito l’ingresso in cancelleria prima di quell’ora proprio su ordine dell’Ufficio”.
“Sia detto infine incidentalmente che i rilievi del Tar sono privi di pregio anche relativamente alla asserita inapplicabilità del Decreto Legge interpretativo, atteso che la norma regionale del Lazio richiama espressamente la norma nazionale oggetto del Decreto Legge, che andava quindi in concreto applicata dal Tar, secondo la successiva interpretazione autentica”.

[Fonte]

2 commenti:

anonimo ha detto...

Il Presidente Berlusconi, come un avvocato che sostiene le ragioni della propria parte, illustra la sua versione degli avvenimenti. L'avvocato Pellegrino dà la sua versione ribattendo punto per punto la versione di Berlusconi:

http://www.repubblica.it/politica/2010/03/11/news/orari_documenti_errori_e_scatoloni_ecco_le_repliche_alle_tesi_di_berlusconi-2587964/

La verità, quando non ci si trova daccordo, viene stabilita da un giudice, ed è quello che è stato fatto finora. Rimane il Consiglio di Stato e poi forse altre sedi internazionali, chissà. Auguri.

Polìscor ha detto...

Ho letto le risposte dell'avvocato Pellegrino e non m'hanno convinto manco un po'.
Tutto si basa, infatti, sulla prima frase:

«I loro rappresentanti non hanno mai chiesto di presentare la lista nel termine fissato dalla legge e cioè entro le ore 12 del 27 febbraio. Questo risulta accertato in atti dei carabinieri e di altri pubblici funzionari che fanno fede sino a querela di falso. Non l'abbiano fatto perché distratti o perché si contendevano documenti fondamentali, non è rilevante ai fini dell'accertamento della verità.»

Ci sono denunce per abuso d'ufficio ed altri reati proprio in relazione alla causa che ha impedito ai delegati PdL di rimanere in fila e fare quello che gli altri hanno poi fatto tranquillamente, mentre loro erano trattenuti dai Carabinieri (su ordine della giudice dirigente). Quindi, affermare la "non rilevanza" delle suddette cause "ai fini dell'accertamento della verità" è pernicioso ed inficia tutte le risposte successive, viziate da un presupposto non veritiero.

Caro anonimo, è vero: ci sono i tribunali per dirimere casi come questo. Ma ti sei mai chiesto come mai il TAR del Lazio abbia "provvisoriamente" escluso la lista riservandosi di decidere "nel merito" solo il 6 maggio, ad elezioni già effettuate?
Ecco, appunto.