sabato, dicembre 05, 2009

Rimbalzo?

Dopo il fondo del ridicolo toccato con la mediaticamente strombazzata deposizione in aula di Gaspare Spatuzza, parrebbe che anche alcuni appartenenti a quello schieramento (minoritario, ma molto rumoroso) che vorrebbe Berlusconi spazzato via per non dovercisi confrontare politicamente stiano rendendosene conto, e per la prima volta cominciano a porsi - pubblicamente - delle domande.
Ma non sarà che 'sti "pentiti" di mafia non sono altro che un'arma come un'altra in mano alla criminalità organizzata? Non sarà che la magistratura si ritrova imbrigliata nell'obbligatorietà dell'azione penale, costringendo un governo democraticamente eletto a difendersi da questi attacchi invece di pensare al bene del Paese? Non sarà che quindici anni sono un lasso di tempo assurdo per il protrarsi di indagini e processi, soprattutto se ciò rappresenta la norma?
Queste sono le domande - retoriche - che tutti noi che ci troviamo dalla parte giusta della barricata ci poniamo quotidianamente da tre lustri, ed alle quali invece che risposte otteniamo insulti ed accuse di servilismo acefalo. Ora, iniziano a porsele autorevoli (brutta parola, ma non me ne vengono in mente altre) esponenti dell'intellighenzia di sinistra come Sergio Romano, sul Corriere della Sera di oggi.
E' lecito sperare in un cambio di rotta, seppur tardivo? In una presa di coscienza, finalmente, della realtà dei fatti? In una nuova stagione di confronto politico, e non pseudo-giudiziario e mediatico? L'Italia è fragile, economicamente e socialmente: quanto ancora potrebbe sopportare il protrarsi di una guerra civile fredda?

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