giovedì, febbraio 22, 2007

Il problema è il programma

Ho quasi un senso di nausea, ma stasera dopo aver seguito Porta a Porta mi ritrovo a pensare: "Tonino for president!"
Conterà come il due di picche (e non perdono occasione per ricordarglielo), ma ha preso una posizione indiscutibilmente seria e condivisibile: non è questione di quel senatore in più o in meno, il problema di fondo è il programma. Prodi e questa maggioranza sono stati eletti perché, pur se sul filo di lana, pur se grazie alla legge elettorale e pur con tutte le contraddizioni del caso, hanno saputo trovare una specie di sintesi in quelle quasi trecento pagine di programma che hanno presentato agli elettori. Ora, se ad ogni pié sospinto quel medesimo programma viene messo in discussione (e non potrebbe essere altrimenti, visto come è nato) non ci si deve stupire se il governo prima annaspa, poi affonda e alla fine muore.
Rifondazione, l'Ulivo e persino Rutelli dicono in coro: andiamo avanti. Ma lo dicono pelosamente, come lo dice Franca Rame: andiamo avanti, col naso turato, sennò torna Berlusconi.
Non è pensabile né un Prodi-bis né far finta di nulla, su queste basi. E' una presa in giro di sé stessi e del Paese.
Anche e soprattutto perché quei due "dissidenti" che, oggi, hanno mollato non lo hanno fatto perché improvvisamente impazziti o perché pagati da qualcuno: hanno mollato perché non tolleravano più il dover scendere quotidianamente a compromessi con la propria coscienza politica votando provvedimenti che fanno rivoltare nella tomba qualsiasi comunista degno di questo nome.
E se l'Unione (sic!) decide di andare avanti ottusamente su questa strada (può farlo, non c'è nessuna legge, né la Costituzione ad impedirglielo), fatalmente un altro Rossi presenterà il conto tra qualche settimana o tra qualche mese; non scordiamoci che tra Dico, rifinanziamento ISAF e pensioni non c'è tanto da stare allegri per il prossimo futuro parlamentare.
Ancora, c'è il sospetto che si voglia tirare avanti quel tanto che basta a scongiurare le elezioni anticipate di primavera (i tempi tecnici ci sono ancora): questo sarebbe ancora più miope e puerile, ma ci sarebbe da aspettarselo. Serietà al governo un paio di palle.

Aspettiamo quindi l'esito delle consultazioni che iniziano domattina. Solo allora si saprà dove andremo a finire.

Nel caso in cui non ci fossero le condizioni (maggioranza) per continuare con Prodi e questo governo, allora ne vedremo delle belle: già Udc e Lega fanno a botte sulle larghe intese e sui "tavoli" proposti da Casini.

Ma intanto, portiamo a casa un importante risultato: Prodi è politicamente finito, e con lui D'Alema (per non parlare del Partito Democratico). Rimangono solo pezzi sparsi, dei quali c'è solo da capire quanti sono. Importante risultato, ho detto: non positivo. L'Italia non ci guadagna nulla, ancora.

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