Traditi dalla democrazia
Solo ieri l'altro Fausto Carioti ci scuoteva dalle colonne del suo blog rilanciando la notizia dell'incursione di un giornalista inglese nelle moschee d'oltremanica, a caccia della verità nascosta sugli imam e sulle loro prediche.
Di oggi la notizia (grazie a Magdi Allam, l'unico che ha il "coraggio" di darla) che simili blitz sono stati compiuti anche nel nostro Paese, e più precisamente a Roma, Varese e Milano: due "inviati" di SkyTG 24 hanno registrato i sermoni con una micro-telecamera nascosta e, com'era intuibile, ne sono venute fuori delle belle.
A Milano, nell'ormai tristemente famosa moschea di viale Jenner, l'imam - tale Abu Imad - ha spiattellato quello che noi si va ripetendo da anni, ottenendo in risposta scherno e sberleffi (quando non offese) da parte dei veri o sedicenti benpensanti: che l'Islam, in Italia, non è un sottoprodotto dell'immigrazione clandestina e non; l'Islam, in Italia, è il grimaldello che sta scardinando la nostra società civile, culturale, politica e religiosa con il palese obiettivo finale di fare del nostro Paese uno stato islamico.
E Abu Imad va oltre, indicando chiaramente quali sono i migliori alleati di questi crociati al contrario: la Costituzione e la sinistra. Non avevamo dubbi: per noi mediamente cerebromuniti, nessuna sorpresa.
La prima, in quanto strumento di vera libertà e democrazia, ci rende vulnerabili nei confronti di chi questi due termini non sa neanche lontanamente dove stiano di casa; come il poliziotto di fronte al teppista (il primo ci prende mediamente le botte nonostante il manganello e l'elmetto) o il mondo civile di fronte ad Al Qaida (o come diavolo la si vuol chiamare - ti buttano giù le torri, ma devi passare per l'Onu se pensi di incazzarti) o Pollari di fronte a Abu Omar.
La seconda, in quanto ovviamente e biecamente interessata a sfruttare l'effetto populista dell'Islam per contribuire a placare la sua insaziabile fame di individui votanti, salvo poi coprire la melma con lo straccio del politicamente corretto.
Con buona pace di chi ancora crede (o fa finta di credere) nell'integrazione, nel multilateralismo, nell'equidistanza; a cominciare dalla Chiesa per finire con l'ultimo comunistello di provincia.
A quando una presa di coscienza?
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