Canti di Natale a scuola? No, sono offensivi.
Ecco, la melma nauseabonda del politicamente corretto ha ricoperto anche un asilo di Bolzano nel momento in cui si è deciso di non fare la tradizionale recita di Natale per "non offendere gli extracomunitari non cristiani".
Curioso il concetto secondo il quale non vanno "offesi" gli extracomunitari, ma si possono tranquillamente "offendere" i propri concittadini. Perché delle due l'una: o la regola vale per tutti, o ci sono due categorie di "non-cristiani", la seconda della quale è privilegiata, in quanto comunque credente. E tutti quei poveri italiani non credenti (o sedicenti tali) che si devono sorbire "Tu scendi dalle stelle", telecamera alla mano, e che devono pure applaudire? Cos'è, non sono degni di "protezione"? Dovranno forse ringraziare l'immigrato credente (in altra direzione) per l'essere stati salvati da cotanta tortura psicoreligiosa?
Ma c'è di peggio. Se sommiamo al cancro della sottomissione al diverso anche la metastasi dei metodi "educativi" in auge nelle nostre scuole, ecco che il quadro è completo. Oggi un mio collega ha raccontato di come nell'asilo della sua bambina analoga decisione è stata presa non per "non offendere" i musulmani, ma per (parole sue, anzi, loro) "non introdurre un elemento di competizione e non stressare i bambini con l'ansia da performance".
Ecco, il suicidio sociale del quale ho già parlato in passato è tutto qua, mostrato in tutto il suo splendore.