mercoledì, maggio 06, 2009

Alitalia, non dimentichiamo

«Nel 2008 non concludemmo l’accordo su Alitalia per l’opposizione dei sindacati e per il prezzo del petrolio», ricorda oggi Jean-Cyril Spinetta, amministratore delegato di Air France, riferendosi alla figura barbina rimediata dal nostro paese a causa della patetica e dilettantesca gestione della vicenda Alitalia da parte e del governo Prodi e (soprattutto) dei nove sindacati che nella Compagnia fanno il bello ed il cattivo tempo.

In un mio vecchio post, intitolato "Per non dimenticare", tracciavo le linee essenziali di quella brutta storia; in particolare, il racconto del drammatico 2 aprile 2008 (sembra passata una vita!) mostrava chiaramente cosa fosse successo, e non per tesi campate in aria, ma per documenti. Ne riporto qui uno stralcio:

[...] Anche Spinetta non sembra avere in effetti moltissima fretta, un cambio al vertice in Italia è sempre più sicuro e la questione OpenSkies / Lufthansa preme a casa sua e rende sempre più appetibile l'acquisizione di Alitalia e, soprattutto, dei suoi preziosissimi slot che potrebbero costituire un'importante porta verso gli USA e quel ricco mercato aereo.
Prende piede l'idea di congelare le trattative fino a dopo le elezioni politiche, e pare un'idea condivisa da tutti (tranne che da Prodi, ovviamente).

Ma il 2 aprile, il giorno successivo, accade l'irreparabile: Air France abbandona la trattativa e Spinetta se ne va incazzatissimo sbattendo la porta. Maurizio Prato lo segue a ruota e si dimette. Bum. Fine dei giochi.

Che diavolo era successo? E' presto detto, e non fu certo "colpa di Berlusconi" (ahah) come vanno oggi farneticando i sopravvissuti del PD: era successo che i trogloditi del sindacato, che purtroppo son mentalmente e culturalmente fermi alla fine dell'800, avevano tirato troppo la corda edavevano iniziato a prendere per il culo Spinetta, chiedendogli di accollarsi gli oneri di tutte le attività di terra. Portavoce di tutti loro si era fatto Guglielmo Epifani.
Nello specifico, sbandierando la cosa nei TG come "ora presentiamo noi il nostro piano!", pretesero: la non chiusura delle attività Cargo (moratoria sulla moratoria), diminuzione del numero di aeromobili da dismettere (mantenendo il numero di piloti, però), partecipazione di Fintecna all'aumento di capitale (!!!, e qui si sente tutta la puzza di Prodi e TPS dietro ai sindacati) e conferimento della sua quota in AZ Servizi per il 100% alla "Nuova Alitalia" (bum!).
Ovviamente, appena sentite queste farneticazioni, Spinetta ha ruttato in faccia ad Epifani e se n'è tornato a Parigi col primo volo (Air France).


"Interpellata da Alitalia al fine di chiarire la situazione legale creata dall'interruzione dei negoziati fra Air France-Klm e Alitalia, il gruppo Air France-Klm ha comunicato alla compagnia italiana che gli impegni contrattuali presi il 14 marzo scorso con l'obiettivo di lanciare un'offerta pubblica di scambio su Alitalia, non sono piu' validi dal momento che non sono state soddisfatte le condizioni sospensive che dovevano essere attuate prima del lancio dell'offerta."
Parigi, 21 aprile 2008 [...]

Non che ci fosse bisogno di risentire Spinetta in proposito, ma visto che da allora (come previsto) non s'è fatto altro che addossare al solito Berlusconi-buono-per-tutte-le-stagioni la colpa del fallimento della trattativa con Air France, forse giova una rinfrescatina ai neuroni.
Chiaramente, parlando di neuroni la cosa lascia fuori Di Pietro: lui continua imperterrito con la sua tesi che fu il richiamo alla "italianità" fatto da Berlusconi a far scappare Air France. Liberissimo di pensarlo, se si diverte così. La verità, invece, la sappiamo tutti e non la dimentichiamo.

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