Il lupo perde il pelo...
Karin Karlekar è tornata. L'indomita sedicente paladina della libertà di stampa ricade nello stesso errore di due anni fa, segno che o è un po' tarda oppure non le interessa minimamente il risultato del proprio lavoro.
Già nel 2007, a valle della pubblicazione dell'annuale rapporto di Freedom House sulla libertà di stampa nel mondo - del quale è curatrice e che costituisce fonte prelibata di "autorevoli" dimostrazioni di un'Italia sotto regime, al quale i media nostrani assurdamente si abbeverano felici - dovette fare una pubblica confessione nella quale ammetteva di non sapere praticamente nulla della situazione italiana, della legge Gasparri, dei finanziamenti pubblici all'editoria, di Berlusconi o della RAI, e che firmò un rapporto redatto da altri (tra i quali molti italiani, e ci immaginiamo di che tipo). Si era infatti incartata tra la sua ignoranza ed il fatto che i dati che le avevano messo sotto il naso si riferivano al 2005, ma il suo primo giudizio stroncante lo emise in pieno governo Prodi (nel 2006), cosa che le fu fatta notare. Quindi, la retromarcia e l'innalzamento del "rating" italiano manco fossimo improvvisamente diventati tutti svedesi.
Oggi, di nuovo. Stesso copione. «Il problema principale dell'Italia è Berlusconi», stesse parole di allora. «Una situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati».
Anomala a livello mondiale. Peggio di Cuba e della Corea del Nord. Tutti i media. Forse la signora Karlekar avrebbe bisogno di un po' di distrazione, magari in un centro benessere, o di qualche "attenzione personale" in più. Si rilassi, Karin, prima che uno tsunami di risate la seppellisca. Nuovamente.
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