lunedì, maggio 25, 2009

Non si dimentica

Nonostante qualche povero deficiente abbia pensato bene di distruggere la stele commemorativa delle vittime dell'11 Settembre, che si trovava a piazza di Porta Capena a Roma, qui non si dimentica quell'atroce giorno che ha segnato una svolta definitiva nella Storia moderna.

3017 morti, 6300 feriti, un quartiere di New York semidistrutto, un'ala del Pentagono ridotta in macerie, quattro aerei di linea usati come missili, due guerre con un numero indefinibile di vittime, un dittatore caduto, la Storia cambiata per sempre: tutto questo e molto altro era ricordato da una piccola stele di pietra, lì a testimoniare la vicinanza della città di Roma con tutte le vittime di questa follia. Un simbolo, certo, ma un simbolo importante; evidentemente non per il balordo (o i balordi) che, magari convinti di abbattere un'altra "torre" e sputare così sulla stessa società che li ha inutilmente partoriti, pasciuti e protetti, lo hanno disintegrato portandosene via la maggior parte.
Non era il simbolo di un capitalismo ferito, era un ricordo per chi - innocente - ha perso la vita quel giorno terribile; per chi non è stato ancora ricomposto in una bara. Ci sono più di diecimila frammenti di ossa e tessuto umano che non si sono a tutt'oggi riusciti ad associare ad alcuna delle vittime accertate, gli ultimi resti umani sono stati ritrovati nel 2006 a centinaia di metri da Ground Zero, sul tetto di un palazzo da demolire. Neanche un pensiero così ferma i decerebrati che vagano nella notte romana, rifiuti di un'umanità troppo generosa nel dispensare vita ove se ne farebbe volentieri a meno mentre è troppo provata nel perderla dove ve n'era di meritoria di essere vissuta.

Nessun commento: