giovedì, giugno 18, 2009

D'accordo con Fini, quasi.

Dopo l'infinita tiritera di ditini alzati e distinguo che sono arrivati a puzzare tremendamente di marcio, il Presidente della Camera finalmente si lascia andare ad una dichiarazione di buon senso che coglie nel segno, seppur condita dal germe del maanchismo.
Quando parla infatti di «delegittimazione reciproca tra avversari politici», Fini fa finta di non vedere che la delegittimazione è tutto fuorché a doppio senso. Si capisce che il suo ruolo (da egli preso così seriamente) gli impone di essere super partes a prescindere, ma sarebbero necessari quel minimo di aderenza alla realtà tale da rimanere credibili e - perché no - un bel moto di reprimenda nei confrondi di una parte politica (la disastrata sinistra) che ha del tutto perso la strada della ragione trascinando l'intero Paese su una china estremamente pericolosa.

Una cosa, però, va isolata nella presa di posizione finiana e girata sana com'è ai piani alti del PdL: che non si ripeta il madornale errore compiuto da Silvio Berlusconi quando, un paio di settimane fa, s'è fatto trascinare mani e piedi nella melma preparata da Repubblica sulla diciottenne napoletana. Il Paese chiede a gran voce che il Governo governi, ce n'è un disperato bisogno, il tempo stringe: proprio per questo la sedicente "opposizione" fa di tutto per impedire lo svolgimento delle funzioni all'esecutivo ed al Parlamento democraticamente eletti; ed in questo non si discosta di un millimetro dai pasdaran iraniani che sparano ad alzo zero sui dimostranti. La cultura di provenienza è la stessa, non lo si deve mai dimenticare.
Anche se si auto definiscono "democratici" e "progressisti", in realtà quelli tra loro che tramano e strisciano nell'ombra sono solo oscurantisti, retrogradi, amanti del potere fine a se stesso, se ne fregano altamente della nazione e del suo popolo; in poche parole sono pericolosi sovversivi che, nel migliore dei casi, vanno isolati ed ignorati. La Storia li sta già isolando a livello mondiale, ora sta al Governo ed al Parlamento ignorarli, riconsegnandoli così al nulla dal quale sono venuti e cui sono comunque destinati.
Magari, così facendo, quelli tra loro che hanno invece a cuore il futuro loro, dei loro figli e di questo Paese potranno emergere dalla melma e costituire, un giorno, quell'alternativa credibile e seria che ogni democrazia abbisogna e che ogni italiano dotato di cervello e cuore chiede a gran voce.

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