martedì, giugno 02, 2009

La mala información: Capitolo III

Osservate bene il box (fateci click sopra per ingrandirlo e leggerlo meglio), è tratto dalla homepage di Repubblica.it come era il 2 giugno 2009 alle ore 22:15 (qui una copia completa della pagina, con evidenziato il box). E' un caso standard di "citazione farlocca", dove le virgolette sono usate per dare aura di veridicità a quanto riportato, quando in realtà non si è neanche lontanamente vicini. E la verifica è a portata di un singolo click, ma ai signori pennivendoli al soldo dell'antiberlusconista di turno la cosa non tocca più di tanto: la cosa importante è scrivere, scrivere, scrivere. Qualcosa resterà.
Si tratta di una lettera aperta (non si capisce bene indirizzata a chi) redatta da un gruppo di donne insignite di onorificenze dello Stato Italiano, che lamentano l'uso scorretto dell'immagine e della dignità femminile che la politica - a loro parere - veicola ed alimenta. Bene.
Versione strillata in prima pagina: "Stop al modello mercificato della femminilità con la complicità della quarta carica dello Stato."
Versione vera, nel documento linkato: "Siamo [noi donne] in prima linea nell'impegno quotidiano di cura e di lavoro che svolgiamo con dedizione, competenza e serietà. Eppure oggi le donne assurgono agli onori delle prime pagine dei media se sono compiacenti verso i 'potenti' e asservite ad un modello mercificato e lesivo dell'identità femminile.
[...] i contenuti, le candidate e i candidati per il Parlamento Europeo sono oscurati dai media [...] dalla insopportabile telenovela che purtroppo riguarda la quarta carica dello Stato."
Anche la solita scimmia arriva a cogliere non solo la differenza tra le due versioni, che è sostanziale, ma soprattutto il fatto (ancora più evidente se si legge l'intero documento) che le illustri mittenti si scagliano contro i media (ergo contro Repubblica medesima, in primis) ed il loro asservimento a logiche "gossipare", e non "contro Berlusconi" come viscidamente titola il pennivendolo di Repubblica. Dove sia l'appello a Berlusconi lo sa solo il signor Casadio, e ci piacerebbe molto che lo spiegasse anche al resto del mondo.
E' questo che indigna: l'esprimere una propria posizione, anche dura, è legittimo ed è il sale della libertà di stampa e di espressione; ma cercare di fregare il lettore distratto con trucchetti da insulto all'intelligenza non è ammissibile e grida vendetta.
Alla prossima puntata.

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