L'ossessione di Franceschini
Povero Dario. Sembra essere l'unico ad aver sentito sulla propria pelle la dimensione del disastro abbattutosi sul Pd. Non si allinea più di tanto con la stampa "amica" (cioè tutta tranne il Giornale e Panorama) nel tessere le lodi di un "partito che tiene", si lascia solo sfuggire a mezza bocca la cazzata d'ordinanza ("il governo è minoranza nel paese"), così, giusto perché l'etichetta lo richiede.
Per il resto è un mesto ammettere le difficoltà, sentiamo cosa dice:
«Ricevo molte mail da elettori del centrodestra che mi rimproverano di aver fondato la campagna sul gossip. Ma quando mai? Io non ho detto una parola sulle vicende familiari di Berlusconi. Non una. Ho detto che un politico deve rispondere alle domande. Non ho mai citato i figli di Berlusconi. Mai. Ho parlato dell'educazione dei nostri figli, dei valori da trasmettere alle nuove generazioni. Eppure l'apparato mediatico del premier ha manipolato le mie parole e le ha strumentalizzate. In realtà, al centro della campagna il Pd aveva messo la crisi, i disoccupati, i precari mandati a casa, le famiglie che soffrono. Abbiamo formato un gruppo che ha lavorato per sei mesi al programma per l'Europa, e sui giornali non è uscita una riga. Sono andato a Sky all'ultima trasmissione, mi hanno fatto sette domande su Berlusconi, l'ottava era: "Ma perché di Europa non parlate mai?". E come facevo, se mi chiedevano solo del Cavaliere?»
Povero Dario. Vabbe', ma ora?
«In primo luogo dobbiamo batterci per costruire un'alternativa sociale e culturale a Berlusconi.»
Ah, ecco.
1 commento:
Ma perchè, si si lo so che la mia è domanda stupida, dicevo ma perchè, finora cosa hanno costruito? Gossip a parte?
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