Dittatori e dittatori
Siamo tutti d'accordo, Gheddafi è un delinquente, un dittatore e quello che tirava i missili sulle nostre isole prima di beccarsi un Maverick nella camera da letto: ma l'accordo che permette oggi di salvare migliaia di vite tra i disperati deportati dai contrabbandieri di esseri umani è in essere proprio con la Libia, e con la Libia l'Italia ha oggi rapporti economici strategici per sopperire alla sciagurata scelta di auto-escluderci dal nucleare.
Non è per far dietrologia o facile polemica, ma se al posto di Berlusconi ci fosse D'Alema e al posto di Gheddafi ci fosse Castro la sinistra non blatererebbe come sta facendo oggi (ovviamente lo farebbe la destra). La realtà, è che ai "progressisti" italiani alle vongole, che fanno il verso a quelli dell'ONU, non è andato giù lo strepitoso successo dei "respingimenti", tanto più che fu un'idea di Prodi che poi, com'è noto, non ebbe il coraggio di applicare. Per la cronaca, l'accordo prevede che le procedure di identificazione e di separazione di chi ha titolo da chi non lo ha a richiedere asilo vengano espletate direttamente alle frontiere sud della Libia, prima che quei disgraziati cadano nelle mani dei negrieri che ne uccidono a migliaia. Ma questo all'ONU, al resto dell'Europa e, ovviamente, alle sinistre non sta bene, dal momento che a tutti questi signori ha sempre fatto estremamente comodo, per un motivo o per l'altro, avere un'Italia ricettacolo e filtro di tutti i flussi di clandestini provenienti dall'Africa e dal Medio Oriente.
Quindi, in questo frangente lasciamo perdere i dittatori e le dittature - che a sinistra non hanno titolo per parlarne da farisei - e concentriamoci sulle cose che contano veramente per l'Italia e per chi in Italia vuol arrivare da immigrato e non da clandestino.
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