Terremoto birichino
«La terra trema ancora, a due settimane dal G8». Che sfrontata. Diavolo d'un Berlusconi: cosa non si inventa pur di fare la vittima.
Meglio se politicamente scorretto.
Pubblicato da Polìscor alle 3:40 AM
Etichette: Complottisti, Poveri noi, Stampa
7 commenti:
"La terra trema ancora, a due settimane dal G8" significa che c'è ancora il rischio di un terremoto importante nel luogo dove si svolgerà il G8 e dove quindi ci sarà moltissima gente. E' bene che questa gente sia informata del fatto che nel luogo dove stanno andando, a soli 14 giorni dal momento in cui vi metteranno piede, ci sono scosse di terremoto. Nessun vittimismo. Informazione sulla sicurezza = mala informacion?
"La terra trema ancora, a due settimane dal G8" significa che c'è ancora il rischio di un terremoto importante nel luogo dove si svolgerà il G8 e dove quindi ci sarà moltissima gente. E' bene che questa gente sia informata del fatto che nel luogo dove stanno andando, a soli 14 giorni dal momento in cui vi metteranno piede, ci sono scosse di terremoto. Nessun vittimismo. Informazione sulla sicurezza = mala informacion?
Eh, per fortuna c'è il Corriere del Pd ad avvertire le delegazioni e gli spaccavetrine del pericolo. Oh, certo.
E, no: questa non è mala información, è taggata sotto "Poveri noi".
C'è ANCHE il Corriere del PD. Non credo che la notizia sia stata data in esclusiva. Perchè "Poveri noi"? Che c'è di male in una notizia del genere? Mi piace il tuo blog, ma mi sembra che qualche notizia la enfatizzi troppo...
Il "male" in "notizie" di questo genere non è la notizia in sé, ma il modo nel quale viene data (sempre che ve ne sia bisogno).
Far leva sulla pancia della gente distratta è una delle tecniche più remunerative nel giornalismo scadente, e frasi come quella evidenziata hanno come unico scopo l'associare cose tra loro inassociabili al fine di ingenerare nel lettore un sentimento preconfezionato, oltre che a basso costo.
E' inoltre evidente l'intento denigratorio del titolo, che tenta di addossare al Governo la colpa della presenza di scosse proprio dove esso (il Governo) ha deciso di spostare il vertice internazionale; la tua reazione nel primo commento ne è conferma, ti sei preoccupato dell'incolumità di "tantissime persone", messa a rischio dall'incoscienza di Berlusconi. Missione compiuta. ;-)
Approvo la tesi dei vari modi in cui si può presentare una notizia ma stavolta secondo me ti sbagli. Se c'è una scossa di terremoto a Roma, a due settimane dal Giubileo, si scrive la notizia così perchè il pericolo è che un'altra scossa possa avvenire quando ci sarà tantissima gente in un luogo che al momento non è sicurissimo. Cioè la notizia è stata presentata secondo me nel modo migliore. E inoltre il fatto di aver spostato il G8 in un luogo non ancora sicuro mi ha già fatto pensare che non è stata una buona scelta, socssa o non scossa. Tu sei daccordo con questa scelta?
Finalmente spostiamo il focus della questione sul vero argomento.
La scelta di spostare il G8 a L'Aquila ha evidentemente una valenza tutta simbolica, non c'è nessuna ragione pratica; e la politica è fatta di simbolismi, così come è fatta di idee.
Con questo in mente, personalmente sono d'accordo con la scelta: anche perché si spera che la vicinanza con luoghi talmente martoriati riporti su più miti posizioni quelli che vedono in eventi di questo tipo una vetrina per sfogare davanti al mondo la propria frustrazione di falliti. C'è chi ha perso veramente tutto, e davanti a ciò pretestuose ideologie pseudo-sociali e catastrofiste dovrebbero fare un passo indietro, se non altro per pura decenza. Staremo a vedere.
Infine, un segnale che in Italia non è comune: la vicinanza, anche fisica, del Governo ai propri cittadini, soprattutto quelli in difficoltà, non è mai negativa. Che poi favorisca il livore di chi il potere non ce l'ha (per colpa sua, peraltro), com'è successo a Viareggio solo ieri, è solo una conferma di quanto ci sia bisogno di una ventata di Civiltà con la maiuscola.
Riguardo alla sicurezza dei delegati, puoi tranquillizarti: nessuno è tanto pazzo da riunirsi sotto un cornicione pericolante; tantomeno, nessuno è così rimbecillito da farlo solo perché glielo chieda Berlusconi.
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