Due gradi di demagogia
Con tutti i gravissimi problemi che affliggono il pianeta (la crisi, l'Iran, la Corea del Nord, l'energia, la Russia, l'Africa) si butta via letteralemnte il tempo nel ratificare ridicoli accordi come quello sui "cambiamenti climatici". Stabilire un "limite di due gradi per il riscaldamento globale" è come decidere di abbassare il livello del mare con un mestolo: è la dimostrazione che in sessioni come il G8 è necessario, in omaggio al politicamente corretto, dare spazio e supporto a tutto e tutti, compresi gli inutili ambientalisti, primi responsabili di buona parte delle miserie di questo mondo.
Non esiste alcuna evidenza scientifica dell'origine antropica del riscaldamento globale, e non ci sono prove definitive neanche dell'esistenza stessa del riscaldamento; di conseguenza, ratificare un limite su qualcosa che non è sotto il nostro controllo è semplicemente ridicolo.
Diversa la questione delle emissioni: non perché abbiano una qualche influenza sul "global warming", ma perché ci sono economie emergenti che stanno letteralmente sterminando le proprie popolazioni con l'assenza delle più banali regole di buon senso in materia di protezione ambientale. Questo dovrebbe essere il punto in discussione, e non stupisce che è proprio a causa di Cina e India che essa di è arenata ancora prima di iniziare, costringendo "i grandi" a ripiegare sulla boutade dei due gradi.
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