Un italiano con le palle
Eh, quanno ce vo' ce vo', si dice a Roma. Non è mia abitudine cantare "meno male che Silvio c'è", i miei obiettivi sono dall'altra parte del fiume; ma stavolta non posso che lasciarmi andare ad un moto di sincera gratitudine verso quest'uomo che ha dimostrato di che pasta è fatto un italiano con le palle.
Grazie per aver dimostrato che i cliché sul nostro popolo e la nostra nazione possono - e devono - essere superati dai fatti.
Grazie per aver voluto dare, rischiando accuse di opportunismo, un segnale forte in favore degli abruzzesi colpiti dalla sciagura del 6 aprile scorso: siamo tutti col giornalista locale aquilano che, nella conferenza stampa di quest'oggi, quasi piangeva di gioia e gratitudine nell'esprimere i suoi sentimenti al Presidente del Consiglio per la scelta di fare il G8 nella sua città.
Grazie per aver mostrato al mondo, ma anche e soprattutto a molti disonesti di casa nostra, che l'ipocrisia e la falsità svaniscono come neve al sole di fronte alla forza di volontà e all'orgoglio nazionale: sono bastati dieci minuti di vertice per ribaltare mesi di calunnie pretestuose ed ignoranti, ancor più gravi perché originate e fomentate dall'interno del nostro Paese.
Grazie per aver voluto concludere la parabola dei vertici del G8 con il summit più concreto e di maggior successo della sua storia, e grazie per averci sempre creduto.
Grazie, infine, per il lavoro instancabile, indefesso, quasi inumano che compie ogni giorno per il suo Paese: non stia a sentire i pochi "giapponesi" rimasti dalla parte sbagliata della barricata, gli italiani TUTTI le sono profondamente riconoscenti e si sentono orgogliosi. Soprattutto quelli che non hanno mai ceduto alle sirene del disfattismo disperato che, per troppo tempo, ha ingannato troppa gente.
Grazie Presidente!
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